IL SONDAGGIO: - Carbone come combustibile?

martedì 15 ottobre 2013

SAN CANZIAN D’ISONZO Non passa il no al progetto tutto carbone di A2A Il Piccolo del 3 ottobre 2013


Bocciato dalla maggioranza un ordine del giorno presentato dalla lista “Futura”




SAN CANZIAN D’ISONZO Mentre anche a Monfalcone il Pd si è espresso in modo chiaro contro l'utilizzo del carbone nel futuro della centrale termoelettrica, a San Canzian una presa di posizione analoga è mancata. A sottolinearlo è il gruppo di minoranza Centrosinistra per San Canzian futura che sul tema aveva presentato un ordine del giorno, bocciato dalla maggioranza nell'ultima seduta del Consiglio comunale. «Ci è stato detto che il documento era pretestuoso - afferma la capogruppo Viviana Businelli -, anche se quello che chiedevamo era soprattutto di portare in Città mandamento la questione, che non riguarda solo Monfalcone, visto il raggio di dispersione degli inquinanti che è di almeno 12 chilometri». Vero è che il documento puntava anche a impegnare il sindaco Silvia Caruso a «esprimersi nelle sedi competenti contro ogni ipotesi di utilizzo del carbone, anche di quello cosiddetto pulito, che non esiste, all’interno della centrale». Un'affermazione in linea, rileva il gruppo di minoranza, con quanto contenuto nel programma della presidente della Regione Debora Serracchiani. A fronte di «un inquinamento che non ha confini», il gruppo di minoranza riteneva quindi che Città mandamento avrebbe potuto affrontare il tema in modo più incisivo e che «un maggior coinvolgimento e una visione unitaria di tutti gli enti locali della Bisiacaria potrebbe dare maggior forza alle posizioni comunemente individuate». Nell'ultima seduta del Consiglio la maggioranza ha bocciato anche la mozione di Centrosinistra per San Canzian futura che chiedeva la rinuncia dell'aspettativa da parte del sindaco, con conseguente, secondo il gruppo, recupero di fondi e la riduzione del 10% sui gettoni di presenza e sulle indennità degli assessori. «Indubbiamente non si risolvono così le difficoltà finanziarie dell'ente - afferma la capogruppo -, però volevamo dare un segnale a quei cittadini che si trovano senza lavoro e magari creare un fondo per le emergenze economiche delle persone in difficoltà. Da parte della maggioranza c'è stata una chiusura totale non solo sull'aspettativa, ma anche sulla riduzione». Con il resto della minoranza in questo caso ha votato anche Rossella Buttaro del Centrodestra.(la. bl.) 

A2A, per altri vent’anni il rischio del tutto carbone - il piccolo 26-09-13

Il futuro dell’impianto al centro del dibattito in Consiglio. Sul tappeto la possibilità di un prolungamento della vita dei due gruppi esistenti


In consiglio, ieri sera, s’è giocataunapartita importante sulla centrale. Sul tappeto non c’è solo il completamento dell’ambientalizzazione attraverso l’installazione del “denox” per l’abbattimento
degli ossidi di azoto, per i quali l’aula è stata chiamata ad esprimere un parere sulla procedura della Via statale. C’è il futuro degli stessi Gruppi 1 e 2 a carbone che potrebbero rimanere in vita per altri 20 anni.
E se l’assessore all’Ambiente, Gualtiero Pin, s’è espresso a favore in merito alla procedura della Via, in virtù della difesa della tutela della salute e dell’ambiente, posizione sulla quale si trova allineato il Pd,
sono altrettanto chiare le posizioni critiche proprio in merito alla “durata” dei gruppi esistenti. Critiche manifestate dall’opposizione,ma anche da una delle componenti di maggioranza, la lista “Responsabilmente con Silvia”. Grazie all’installazione del “denox” in ottemperanza agli obblighi di legge europei, sarà possibile un rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale oltre il termine ora previsto del 24 marzo2017.AnnaMaria Cisint (“Obiettivo”) propone all’amministrazione di «esprimere
un parere chiaro di contrarietà al carbone oltre la scadenza dell’Aia del 2017. Bisogna evitare che i gruppi esistenti rimangano attivi per altri 20 anni». Sollecita «un’esplicita posizione da parte dell’assessore regionale all’Ambiente, Vito, e della stessa presidente Serracchiani, considerato che il loro programma elettorale indicava contrarietà al carbone ». E chiede uno studio sulla dispersione degli inquinanti in atmosfera e al suolo. Polveri, metalli pesanti, ma anche l’ammoniaca che sarà utilizzata
nell’ambito del sistema di trattamento dei fumi attraverso il denox: «Non c’è dubbio che l’adeguamento all enorme europee in merito all’ossido di azoto sia migliorativo, ma non è sufficiente a garantire le condizioni di sicurezza complessive dei gruppi esistenti». Cisint evidenzia poi il caso di Vado ligure, dove la Procura ha avviato un’inchiesta in ordine alla causalità tra emissione di polveri
di carbone e decessi: «Mi chiedo se anche la Procura di Gorizia non possa avviare un’indagine in questo senso».
E conclude: «A2A ha rivelato le proprie intenzioni. Lo si evince anche dal fatto che nel progetto
preliminare non viene indicato il costo del “denox”, che si aggirerebbe sui 25 milioni. Un investimento di questa portata la dice lunga sul mantenimento dei gruppi esistentia lungo termine».
Ne conviene il capogruppo di “CambiAmo Monfalcone”, Luigi Blasig, che esprime un parere favorevole condizionato: «L’impianto che A2A vuole installare, rende palesi le intenzioni di medio e lungo termine dell’azienda. Questo trattamento non può nulla contro
le polveri e i metalli pesanti emessi dall’impianto, ma le
nuove condizioni permetterebbero di richiedere una deroga ai limiti che la norma prevederà e quindi di continuare con i gruppi esistenti ben oltre il 2017. Lo studio preliminare ambientale considera come ambito d’influenza potenziale dell’impianto un’area compresa entro una distanza di circa 5 km dal sito in cui è ubicata la centrale. Alla luce della norma europea, A2A sarà tenuta a dimostrare che l’altezza della ciminiera sia idonea a garantire la tutela della salute e dell’ambiente in tutto il territorio limitrofo
e non limitatamente ai 5 km indicati dallo studio. Ricordando che la ciminiera sia stata realizzata tenendo conto di parametri infinitamente meno restrittivi e di una ventosità nell’area senz’altro superiore a quella attuale, va vincolato il parere alla presentazione da parte di A2A di un nuovo studio
sulla dispersione quantitativa e qualitativa degli inquinanti al suolo che consideri anche la presenza dell’ammoniaca derivante dall’installazione dei DeNox».
Giovanni Iacono osserva:«Come gruppo di Sel ci dichiariamo contrari alla produzione a carbone della centrale, in assenza di un piano energetico e di una prospettiva chiara sul futuro. Regione e Stato devono istituire una Conferenza dei servizi, affinchè il “caso Monfalcone” diventi una questione
nazionale. Non è accettabile, infatti, subire i progetti di un’azienda, mentre la città dice altro».

di Laura Borsani

Il Consiglio: no a un futuro a carbone - 27 settembre 2013



Espresso però parere favorevole al progetto per abbattere le emissioni di ossido di azoto derivanti dalla combustione
Sara Vito: «Regione attenta al piano di A2A»
GIORGIA polli (pd) È nostro dovere riflettere e interrogare l’azienda perché faccia chiarezza sui progetti relativi all’impianto termoelettrico
giuseppe nicoli (pdl) Dire sì a questo progetto è come dire sì al mantenimento di un polo energetico e non a una crescita basata su logistica e trasporti

Sulla questione A2A interviene anche l’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito: «La centrale di Monfalcone - afferma - è tra le questioni cui la nuova giunta regionale sta dando particolare attenzione. E non da ora. Ricordo che già ai primi di giugno sono stata a Monfalcone per uno tra i primi sopralluoghi fatti sul territorio regionale. Assieme alla vicepresidente della Provincia Mara Cernic e al sindaco Silvia Altran mi sono recata nel rione Enel e poco dopo ho incontrato A2A, dimostrando che questa amministrazione vuole essere al fianco di Comune e Provincia nell’interlocuzione con l’azienda. La posizione della Regione è chiara, come ho avuto occasione di dire anche in Consiglio regionale il 31 luglio in risposta a un’interrogazione. Abbiamo già espresso contrarietà all’ipotesi di bruciare rifiuti nel sito e abbiamo deciso di dare avvio a un’indagine epidemiologica, finora mai avviata, che coinvolgerà non solo la Direzione regionale all’Ambiente, ma anche quella della Sanità e l’Arpa, che sarà sempre più il nostro supporto tecnico quale soggetto terzo. Stiamo inoltre valutando il progetto di installazione del Denox con il personale del servizio Via, che rappresentano l’amministrazione regionale al tavolo di Roma dove porteremo tutte le osservazioni più opportune. Prima della presentazione ufficiale di un qualsiasi nuovo progetto ci sarà un nuovo incontro con A2A». di Laura Blasich Il Pd e il resto del centrosinistra presente in aula hanno pronunciato un “no” netto a un futuro a carbone della centrale. Nello stesso tempo, però, assenti Rc e IdV, ma con il voto di Luigi Blasig di “Cambiamo” e Ciro Del Pizzo del Pdl, la maggioranza ha dato parere favorevole, nell’ambito della Via aperta al ministero dell’Ambiente, al progetto preliminare di A2A per la realizzazione degli impianti di abbattimento degli ossidi di azoto prodotti dai due gruppi a carbone esistenti. L’intervento di ambientalizzazione era ed è previsto dall’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) in scadenza nel 2017, ma, proprio in base all’Aia, andava realizzato entro marzo del 2014. I Denox, stando alla società, saranno invece completati entro fine 2015, in tempo per rispettare la direttiva Ue in materia di emissioni, portando quelle di NOx da 500 a 200 microgrammi per metro cubo, ma magari pure tentare di prolungare la vita delle due sezioni oltre il 2017, nonostante i loro quasi 50 anni di servizio. Nell’emendamento con cui il centrosinistra ha cercato di recepire quello della consigliere di “Obiettivo” Anna Cisint, schierata per una posizione chiara contro l’uso del carbone, si evidenzia quindi anche la contrarietà alla conduzione di impianti industriali che non rispettino le prescrizioni dell’Aia e quanto previsto dalla normativa europea 2010/75/Ue. Il nodo della tempistica della costruzione dei Denox non è stato ritenuto affatto secondario, come emerso in modo trasversale in aula, perché collegato agli interrogativi, ancora tutti aperti, sul futuro complessivo dell’impianto. «L’operazione Denox pare fatta apposta - ha detto Cisint - per permettere alla società di valorizzare l’impianto e poi cederlo a terzi, magari un gruppo straniero». La capogruppo del Pd Giorgia Polli si è chiesta in aula se un investimento di questo tipo, pare attorno ai 25 milioni di euro, significhi forse sia stato accantonato il progetto di ammodernamento presentato solo qualche mese fa al Consiglio comunale. «Credo quindi sia nostro dovere riflettere e interrogare l’azienda, affinché faccia chiarezza sui progetti per il futuro dell’impianto», ha aggiunto. Per immaginare un futuro senza carbone, considerato una “minaccia”, è necessaria però, ha proseguito, una strategia nazionale. Secondo Polli, ma anche Elisa Di Ilio di “Responsabilmente” e la presidente della commissione Salute Marina Turazza, nello stesso tempo non si poteva non esprimersi in modo favorevole su un intervento migliorativo e atteso da tempo. «Non è vero, perché dire sì a questo progetto è come dire sì al mantenimento di un polo energetico a Monfalcone e non a una crescita basata su logistica e trasporti», ha ribattuto il capogruppo Pdl Giuseppe Nicoli, accusando l’amministrazione di non avere una visione strategica di sviluppo. Nicoli e Mosetti (Pdl) hanno votato contro, come pure Giovanni Iacono di Sel, che aveva chiesto di «fare un’opposizione dura nei confronti di una società dimostratasi inaffidabile». Federico Razzini della Ln, che non ha partecipato al voto con il collega Sergio Pacor e Cisint, ha invece pungolato l’amministrazione «a dimostrare di non essere appiattita su A2A: se si vuole il gas, allora ci si attivi per sondare la possibilità di collocare a Monfalcone il rigassificatore bocciato altrove». La maggioranza, però, ha detto “no” non solo al carbone, ma anche ad altre fonti fossili. Il parere è stato corredato da prescrizioni e richieste di integrazioni. A iniziare dall’indicazione della stima dei costi e del cronoprogramma dei lavori. Sono stati valutati tutti gli impatti in fase di cantiere e di esercizio, soprattutto rispetto all’utilizzo dell’ammoniaca come “abbattitore” degli ossidi di azoto. Nel parere si chiede un monitoraggio delle emissioni e anche, dopo l’emendamento, uno studio sulla dispersione degli inquinanti a fronte dell’uso di ammoniaca. Lo stesso studio dovrà stabilire l’adeguatezza dell’altezza del camino secondo quanto previsto dall’Ue, problema sollevato da Cisint. 
Laura Blasich

Il piccolo del 25 settembre 2013


ODG povincia di Gorizia - proponente Fabio Delbello

INDIRIZZO POLITICO FONDAMENTALE SUGLI INSEDIAMENTI A RISCHIO AMBIENTALE NEL BASSO ISONTINO E NEL MONFALCONESE.
ESCLUSIONE DELLA COMBUSTIONE DEL CARBONE E DEI RIFIUTI NELLA CENTRALE TERMOELETTRICA DI MONFALCONE


Punto 11,5 del  Programma della coalizione della Candidata Presidente della Regione Debora Serracchiani Torniamo ad essere speciali – Elezioni del Presidente e del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia – 21/22 aprile 2013


Ottimizzare il parco centrali: ciò al fine di limitare l’uso del carbone e puntare sul gas come combustibile di transizione, anche al fine di rispondere positivamente all’obiettivo europeo 20.20.20 e alle ipotesi di carbon tax.

Riconvertire la centrale termoelettrica di Monfalcone: vi è la necessità di operare una riconversione della centrale per ridurne l’impatto ambientale con interventi sulle emissioni, il rumore e il trasporto dei materiali: la Regione con il Comune di Monfalcone renderà efficace l’attività del tavolo tecnico, già aperto con i diversi soggetti interessati al fine di individuare la soluzione miglore per l’ambiente e l’economia del territorio anzitutto attraverso la redazione del PER e non lasciando da sole le Amministrazioni locali nell’interlocuzione con A2A.


A Monfalcone non ci interessa di tornare ad essere speciali, ci basterebbe essere…. normali !




Introduzione: uno spartiacque epocale nella politica economica del Basso Isontino e del Monfalconese
Il Litorale monfalconese e del Basso Isontino è stato storicamente interessato da modalità produttive impattanti (utilizzo dell’amianto) e da insediamenti energetici altrettanto impattanti (non esiste in alcun luogo in Italia e probabilmente in Europa una centrale a carbone dentro il perimetro urbano); il Territorio del Basso Isontino e del Golfo inoltre è stato interessato ripetutamente da piani energetici  elaborati al di fuori di ogni coinvolgimento democratico e della partecipazione delle comunità locali (fatta eccezione per il referendum sul Terminale Snam),  prefigurando la realizzazione di impianti impattanti nel settore energetico, ad esempio la centrale nucleare al Lisert, elettrodotti, oleodotti sul Carso, degassificatori in mezzo al Golfo di fronte a Grado, la Tav devastante il Carso e la Città di Monfalcone, la riconversione della Centrale a carbone, tali da determinare rischi per la salute anche per l’invasività rispetto al carico antropico esistente e la ristrettezza di questo Territorio collocato nell’Angolo più settentrionale dell’Adriatico.  Il tutto in contrasto con le indicazioni delle Associazioni ambientali e civiche (tra queste il WWF, Legambiente, l’Associazione rione Enel ed i Comitati di rione)  e della Tutela della salute (ad esempio la Lilt/Lega Italiana per la lotta contro i tumori). E’ perciò indispensabile che il Consiglio provinciale, massima espressione rappresentativa e democratica del Territorio Isontino, assuma su questi temi una posizione chiara e definitiva nella lunga durata temporale, tale da configurare  un paradigma di riferimento per tutti gli altri Enti locali municipali: la finalità è quella di realizzare uno spartiacque tra metodi e forme di intervento invasivi e nocivi propri della storia economica locale del Novecento e dei primi anni Duemila  (che trovano nell’amianto e nel carbone i due emblemi materiali carichi di drammaticità) e nuove modalità innovative di gestione del Territorio secondo un modello di sviluppo poggiante sull’Economia del Mare, il Manifatturiero sostenibile e la Logistica ecocompatibile, sulla realizzazione di una filiera tra mondo della produzione e mondo della formazione, nonché sullo sviluppo del Commercio correlato alla valorizzazione dei Beni paesaggistici (Carso/Mare con il Litorale) e culturali nonché all’implementazione del già poderoso Spazio Culturale Polifunzionale Monfalconese (il Pentagono della Cultura).
In  tale scenario, nonostante il provvisorio ritiro da parte di A2A del progetto di riconversione a carbone, vanno immediatamente scritti con un atto ufficiale (come questa delibera consiliare) dei punti fermi validi per i prossimi 40-50 anni, realizzando così la funzione strategica (e di lungo periodo) che deve essere propria delle Assemblee elettive (mentre le Giunte esecutive operano sul breve periodo con un taglio prevalentemente tattico).
Premessa numero uno: la  nomina giuntale della Commissione tecnico-scientifica per uno studio sulle ipotesi di riconversione della centrale termoelettrica di Monfalcone
Rilevate le competenze proprie della Provincia in merito alle autorizzazioni legate alle emissioni in atmosfera di cui alla LR 24/06 art. 19 e agli scarichi industriali di cui al D.lgs 152/06 art. 124 e che in virtù di tale competenza l’Ente sarà chiamato a esprimere i propri pareri in merito al VIA e alla AIA del nuovo progetto proposto da A2A per la Centrale Termoelettrica di Monfalcone, con delibera di Giunta n. 234 dd. 19/12/2012, la Provincia di Gorizia ha espresso la sua volontà di porre in essere una Commissione tecnico-scientifica con esperti del settore al fine di approfondire tematiche relative al piano di riconversione dell’impresa A2A di Monfalcone e, in tale contesto, ha istituito una segreteria tecnica affidata al Ceta con il compito di organizzare gli incontri del gruppo medesimo e di fornire allo stesso tutti i supporti burocratico-amministrativi di cui possa necessitare.
Ribadito altresì che, con Delibera  Consigliare n. 51 dd. 21-12-2010, la Provincia di Gorizia ha adottato il Programma provinciale di attuazione del piano regionale di gestione dei rifiuti urbani che prevede tra i suoi indirizzi programmatici il veto al trasporto e combustione di cdr in centrali termoelettriche e che tale netta contrarietà è da intendersi estesa  a tutte le forme di combustione e co-combustione ottenuta da trattamento di rifiuti urbani, come il CSS o assimilati, in data 12 giugno 2013 con delibera di Giunta n. 74 sono stati nominati i componenti della Commissione tecnico scientifica per uno studio di riconversione  della centrale termoelettrica della Società A2A S.p.A. di Monfalcone.
Le funzioni della Commissione sono quelle di valutare la proposta di A2A presentando eventuali scenari alternativi o migliorativi, con particolare attenzione allo sviluppo delle fonti rinnovabili o alla ricerca correlata; coadiuvare la Provincia nell’espressione dei pareri in merito che l’Ente sarà tenuto a rilasciare.
I componenti della Commissione sono: Giorgio Einaudi, professore di fisica, Senior Advisor per il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del mare; Massimo Scalia, fondatore di Lega Ambiente; Stephen Taylor, Direttore del Servizio Trasferimento Tecnologico dell’Area Science Park di Trieste; Marko Starman, già sottosegretario di Stato della Repubblica di Slovenia presso il Ministero dell’Ambiente.

Premessa numero due:  zero emissioni di carbonio
Si prende atto che il 15-12-2011 la Commissione  europea ha adottato la comunicazione “Energy Roadmap 2050”, con la quale l’Unione europea si impegna a raggiungere l’obiettivo di ridurre dell’80% le emissioni entro il 2050 con la produzione energetica in Europa che dovrà essere praticamente a zero emissioni di carbonio e che ogni intervento energetico dovrà muoversi in questo senso, essendo evidente, come ha affermato il commissario responsabile per la politica energetica Günther Oettinger, che solo con un nuovo modello energetico potremo rendere il nostro sistema sicuro, competitivo e sostenibile sul lungo termine. Conseguentemente si deve chiedere alla Regione di dotarsi di una politica industriale per la qualificazione del sistema produttivo regionale verso la green economy mettendo a punto un piano strategico straordinario finalizzato al consolidamento dei vari settori chiave di sviluppo; si deve chiedere di vincolare il riassetto della Centrale di Monfalcone ad una SER (Strategia Energetica Regionale) che abbia come primo obiettivo quello di soddisfare la domanda di energia elettrica entro il 2050 con le energie rinnovabili come sta avvenendo in Germania e di creare nuove condizioni di attrattività nel rispetto dell’ambiente e di definire modalità e tempi del finanziamento a sostegno. Il richiamo al quadro di riferimento programmatico nazionale e regionale è ovviamente doveroso e da rivendicare con forza, assieme al piano industriale di A2A per capire quali scelte anche territoriali oltre che di utilizzo degli impianti l’azienda sta compiendo (nonché quanto importa di energia da impianti esteri più convenienti).

Premessa numero tre: lo “svelamento” del progetto di A2A e  le esternazioni dei politici monfalconesi  nei mesi di luglio ed agosto 2013. Lo storico esautoramento delle Assemblee elettive democratiche (Consigli provinciale e comunali) da parte di una classe politica dirigente locale tendenzialmente subalterna ai potentati economici localmente insediati (Grande Fabbrica *  e Grande Centrale). E’  il quotidiano locale che (egregiamente dal suo punto di vista) svolge il ruolo di agorà politica-istituzionale sotto il profilo della proposta e del confronto politico-programmatico: emblematico quanto sta succedendo dal mese di luglio ad ora
16 luglio Il quotidiano il Piccolo riporta la notizia che venerdì 20 luglio A2A avrebbe svelato gli ultimi dettagli del progetto sulla centrale termoelettrica di Monfalcone alla vigilia della presentazione “ufficiale” dello stesso ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. Lo “svelamento” quindi avviene in un Convegno organizzato da Associazioni private con il concorso di esponenti politico-istituzionali locali in luogo delle Assemblee pubbliche elettive che in teoria dovrebbero avere in capo la potestà decisionale e che oramai da anni invece, anche per la corresponsabilità di chi ne fa parte, non contano più nulla come anche questo caso paradigmatico lo dimostra. La controprova inconfutabile è il perdurante silenzio assordante del Consiglio provinciale di Gorizia sul tema, silenzio che dura praticamente da sempre!
20 luglio/Presidente Gherghetta e gli scienziati    La novità principale dello svelamento, dopo  la scontata riproposizione del carbone cosiddetto pulito, è il rilancio da parte di A2A del piano per bruciare rifiuti: prima saranno raffinati per diventare combustibili. Dalla platea si elevano prevalentemente voci di dissenso ed il Presidente della Provincia dichiara di mettere a disposizione gli scienziati raggruppati nel Tavolo tecnico istituito dalla Provincia per studiare assieme una soluzione condivisibile.
23 luglio/Sindaco Altran e Consiglieri Di Ilio e Saullo Sempre sulla pagina del quotidiano locale, che egregiamente svolge il suo ruolo supplendo all’assenza delle Assemblee elettive oramai ridotte a fantasmi istituzionali senza alcun ruolo né credibilità né peso politico, il Sindaco di Monfalcone risponde ad A2A: Non accetteremo rifiuti nella Centrale e chiarisce ancora: nel sito niente camion di immondizie però afferma di voler attendere la presentazione del piano al Ministero. Sulla stessa pagina, esternano due Consiglieri di maggioranza, Elisa Di Ilio e Alessandro Saullo: il Consiglio comunale ha discusso delle criticità connesse alla situazione attuale della Centrale, dandosi l’obiettivo di lavorare per scongiurare l’ipotesi di riconversione a carbone e l’eventuale utilizzo di rifiuti miscelati al carbone, promuovendo nel contempo l’adozione di fonti alternative alle fonti fossili.
24 luglio/Moretti  Sulla pagina del quotidiano locale il neoconsigliere regionale Diego Moretti del PD chiede un referedum sulla presenza della Centrale; afferma testualmente: la città ed il territorio non possono essere esclusi da un percorso partecipativo che deve investire tutti i paesi limitrofi (cioè i Comuni di Città Mandamento e Grado, tutti investiti dalla presenza della Centrale). Quindi il Consigliere, ribadendo che il carbone a Monfalcone e nel Territorio ha fatto il suo tempo, ipotizza un referedum consultivo per il Monfalconese e Grado sulla presenza o meno della centrale o su una nuova.
29 luglio/Greco e Frisenna: si evoca l’allineamento dei Pianeti)  Il Segretario provinciale del PD e Vicesindaco di Monfalcone, Greco, sulla pagina del Piccolo, chiede che si torni alla metanizzazione e precisa che il carbone pulito non esiste, esiste solo un carbone ad impatto molto più basso del passato e lancia un monito ad A2A: mantenga un atteggiamento costruttivo e non avanzi idee strane come quella di bruciare rifiuti. Rincara la dose il Segretario comunale del PD e Consigliere comunale Frisenna il quale afferma che Comune, Provincia, Regione, forti degli accordi sottoscritti devono andare assieme a Roma (intende dai Ministri che decideranno: ovvero Zanonato per le Attività produttive ed Orlando per l’Ambiente) e tornare con un progetto chiaro, vincolante per la centrale e vantaggioso per la nostra città. Il quotidiano commenta in modo appropriato: Il Segretario del Pd monfalconese interviene senza mezzi termini sul delicato e controverso problema della riconversione della Centrale A2A inviando agli Enti una chiara sollecitazione ad agire affinché si eliminino tecnologie ad elevato impatto ambientale e precisa, riferendosi al protocollo del 2004, che i protocolli firmati da Comune, Province e Regione hanno definito una chiara cornice entro la quale può svilupparsi la centrale: superamento delle attuali tecnologie a favore di soluzioni a basso impatto ambientale. Il Segretario, non nomina esplicitamente il carbone ma il riferimento del passaggio citato è inconfutabilmente dedicato al carbone. Precisa inoltre in modo incontestabile che Comune, Provincia, Regione e Governo sono guidati dalla stessa cultura politica e sensibilità ambientale (allude al processo definito dallo scrivente dell’allineamento dei Pianeti). Giustamente infine afferma che non si può attendere che si faccia uno studio epidemiologico i cui risultati richiedono tempi lunghi, forse anni, per essere attendibili.
30 luglio/Moretti due Sulla pagina del quotidiano il neoconsigliere regionale Diego Moretti ritiene che la presa di posizione del vicesindaco e segretario provinciale del Pd a favore della riconversione a metano della centrale A2A, oltre a quella del segretario monfalconese del Pd di netto no all’incenerimento dei rifiuti, rappresentano una forte novità…rispetto al silenzio assordante dell’amministrazione comunale monfalconese e ripropone un referendum di tutto il Basso Isontino contro il carbone. Ed esorta  il Comune di Monfalcone: dica cosa vuole con atti ufficiali…le posizioni del vicesindaco fanno ben sperare che si vada verso un deciso NO al carbone. 
13 agosto/Moretti tre Sulla pagina del quotidiano, vero spazio dove sa fa politica in luogo delle esautorate Assemblee elettive (addomesticate dai piccoli leaders politici locali), si scrive che il neoconsigliere regionale Moretti si è incontrato con i responsabili dell’Associazione Comitato rione Enel  per un confronto su quanto si prospetta per il futuro della centrale A2A di Monfalcone.  Stigmatizzando duramente la riproposizione del carbone da parte di A2A, Moretti ribadisce la necessità di ricorrere ad una consultazione referendaria quando saranno noti definitivamente i progetti di A2A. Il Consigliere regionale infine ribadisce che la consultazione dovrà venire estesa all’intero territorio mandamentale perché l’impatto della centrale ha ricadute in termini ambientali e di salute che vanno ben oltre i confini amministrativi di Monfalcone. Detto di passata: ora ci si attende anche dal Consigliere regionale Moretti una ben più ficcante azione in Regione, Istituzione di gran lunga ben più pesante del Comune di Monfalcone e della Provincia di Gorizia (quest’ultima sotto tiro ed in odor di epurazione).
Tutto quanto sopra citato in modo indiretto dimostra un dato inconfutabile, ovvero il drammatico esautoramento delle Assemblee elettive democratiche (Consigli provinciale e comunali) per mano di una mediocre classe politica dirigente locale storicamente subalterna ai potentati economici localmente insediati (Grande Fabbrica *  e Grande Centrale): è  il quotidiano locale che (egregiamente dal suo punto di vista) svolge il ruolo di agorà politico-istituzionale sotto il profilo della proposta e del confronto politico-programmatico! 
15 agosto/Sindaco Altran Incontrando una rappresentanza del Comitato No Carbone, di Legambiente e di Wwf per illustrare il lavoro del Tavolo tecnico e annunciando che sul sito istituzionale del Comune di Monfalcone è stata pubblicata la sezione dedicata ai verbali delle varie sedute dello stesso Tavolo tecnico, il Sindaco Altran ha garantito che si continuerà sulla strada del massimo coinvolgimento con gli altri Comuni del Mandamento e che si insisterà con la Regione perché anche la riconversione della centrale sia inquadrata in un prossimo Piano energetico regionale che quindi è quanto mai urgente.
20 agosto/rinvio del piano carbone Sul quotidiano si legge che slittano i tempi per la presentazione al Ministero dello Sviluppo economico e dell’Ambiente del nuovo progetto a carbone che, secondo l’ultima indicazione fornita da A2A, sarà depositato entro la fine dell’anno. A2A tuttavia ribadisce che il progetto non cambia e che le procedure andranno avanti come reso noto in più occasioni. Si legge anche che l’azienda ha ribadito comunque una valutazione e un approccio globale a questo importante intervento, assicurando la contestuale attenzione nel ridurre al massimo gli impatti sul territorio. Ergo: se gli impatti si devono ridurre al massimo, è implicito ed evidente che gli stessi sono cospicui…Ipse dixit!
Nel frattempo si legge che in seno al Consiglio comunale di San Canzian, il Consigliere Candido ha presentato un Ordine del giorno affinché il Consiglio si esprima nelle sedi competenti contro ogni ipotesi di utilizzo del carbone anche quello pulito che non esiste all’interno della centrale. A sua volta il Gruppo Centrosinistra afferma tramite la Capogruppo Businelli  che, premesso che il futuro della centrale non può prescindere dalla richiesta di vincolare il suo riassetto a una Strategia energetica regionale, si ritiene che la riconversione a carbone della centrale non sia auspicabile per gli effetti dannosi sul clima e sulla salute delle persone. Infine afferma, a ragion veduta, che a fronte di un inquinamento che non ha confini l’organizzazione Città Mandamento avrebbe dovuto affrontare il tema in modo più incisivo; auspica quindi che ci sia un maggior coinvolgimento e una visione unitaria di tutti glì Enti locali della Bisiacaria che potrebbe dare maggiore forza alle posizioni comunemente individuate…un territorio così piccolo – conclude – necessiterebbe di una visione e di una gestione unitaria sui grandi temi.
21 agosto/Ritossa Asserisce che non serve essere un ingegnere chimico per comprendere ciò che viene immesso in atmosfera dalla centrale e cosa si possa trovare nelle ceneri a seguito della combustione. Ricorda che nella centrale “furono bruciate pure le farine animali su autorizzazione della Provincia, presidenza Brandolin”. Il consigliere quindi aggiunge: “oggi A2A non se la passa troppo bene finaziariamente per cui è da presumere che gli investimenti sull’impianto di Monfalcone, pur necessari, saranno lasciati a tempi migliori”. Ribadisce quindi che se l’industria fa bene a cercare il profitto, sono però le Istituzioni pubbliche a dover porre adeguati paletti. “Il territorio però- osserva – ha accettato compensazioni economiche. I Sindaci inoltre sono responsabili della salute pubblica e rischiano l’omissione di atti d’ufficio per non aver fatto quanto in loro potere per salvaguardare l’incolumità dei cittadini, quantomeno in attuazione del principio di precauzione”. E conclude: “dopo decenni di funzionamento della centrale, si ammette che la rete di monitoraggio dell’impianto deve passare all’Arpa che garantirà la pubblicazione dei dati che si misureranno anche le Pm 2,5, ammettendo incidentalmente che ad oggi si è fatto ben poco”. Stessa cosa si può aggiungere per il fantomatico studio epidemiologico che si dovrebbe fare: si rinvia al mio breve trattato sulla riconversione della centrale, precisamente alla seconda parte in cui si riassume la letteratura scientifica relativa alla realtà ligure.
23 agosto/Sindaco Altran  Commentando il rinvio del Piano di A2A, il Sindaco Altran afferma che “l’Amministrazione comunale ha più volte ribadito la propria avversione all’ipotesi del ricorso al carbone e ha già annunciato di volersi dotare di un gruppo di lavoro atto ad esaminare tutta la documentazione che A2A intendesse presentare”. “E lo faremo – annuncia – come peraltro comunicato nel recente incontro con il Comitato No carbone, col Wwf e con Legambiente, dotandoci di un pool di esperti che ci possa supportare nell’analisi dei dati, in modo da poter giudicare, nel più corretto dei modi, quali saranno le soluzioni che meglio tutelano la cittadinanza”. Sarà quindi quanto mai opportuna l’instaurazione di una stretta collaborazione tra la Commissione Tecnico scientifica di cui si parla nella prima premessa ed il Pool di esperti di cui il Comune di Monfalcone, secondo quanto affermato sulla stampa dal Sindaco Altran, intende avvalersi. Va infatti ribadito che A2A, nel confermare lo slittamento dei tempi per il suo Piano carbone, ha spiegato che ciò è dovuto al fatto che, dallo stesso Ministero, sono state chieste ulteriori integrazioni tali da prevedere tempi aggiuntivi. “Il nostro progetto – ribadisce A2A – non cambia, le procedure andranno avanti come reso noto in più occasioni”.
25 agosto/ Moretti/quattro Commentando l’intervento del Sindaco, il Consigliere regionale Moretti afferma: “Non posso che esprimere soddisfazione per quanto dichiarato dal Sindaco Altran in merito alla contrarietà del Comune di Monfalcone al ricorso al carbone da parte di A2A: è un pronunciamento importante che mai il primo cittadino aveva espresso in maniera così chiara”. Ed infine un suggerimento istituzionale: “in uno dei prossimi Consigli comunali il Sindaco Altran e la sua maggioranza si facciano promotori di un atto amministrativo, sia esso un ordine del giorno o una mozione, che traduca quanto dichiarato dal primo cittadino alla stampa contro l’impiego del carbone nella centrale A2A e lo facciano votare dall’assise comunale. Sarebbe un bel segnale nei confronti della cittadinanza monfalconese e di quella mandamentale”.
1 settembre/Rione Enel Dopo aver precisato di aver accolto con favore la recente dichiarazione del Sindaco che ha espresso chiaramente il suo no al progetto, l’Associazione esprime forte preoccupazione sulla strategia prospettata dall’azienda. Non riguarda solo il piano legato al nuovo impianto a carbone, chiama in causa anche il destino degli attuali gruppi 1 e 2 nonché lo stato di quei quattro serbatoi della centrale ancora a cielo aperto (il tutto risalente agli anni 65-70. Insomma non si crede che una volta realizzato il nuovo impianto a carbone, operativo comunque non prima del 2020, gli attuali gruppi 1 e 2 verranno dismessi e smantellati. E si precisa: l’azienda ha presentato al ministero dell’Ambiente l’istanza per ottenere l’autorizzazione a procedere con la realizzazione del ‘denox’, previsto nell’Aia dell’impianto. Ci si chiede: questo significa aver richiesto il rinnovo dell’Aia per altri 15-20 anni e questa richiesta riguarda il solo nuovo gruppo a carbone oppure invece comprende anche quelli attuali, per un totale di circa 670 MW. In sostanza si ritiene che, se l’azienda continua ad investire sugli attuali gruppi a carbone, tali gruppi non verranno dismessi.
6 settembre/Rione Enel, Assessore Pin Arrivano in Comune dal Ministero dell’Ambiente gli atti in relazione alla Valutazione di impatto ambientale inerenti il completamento della procedura di ambientalizzazione per i gruppi 1 e 2 a carbone della centrale termoelettrica. L’iter è legato alla realizzazione del “denox”, impianto di denitrificazione che abbatte sensibilmente le emissioni di ossido di azoto nell’aria. E’ una procedura obbligatoria – si legge sulla stampa quotidiana (Il Piccolo, cronaca di Monfalcone 6/9/13) – per poter continuare a mantenere attivi gli attuali gruppi a carbone. L’Associazione Rione Enel constata con preoccupazione  l’arrivo degli atti dal Ministero giunti in Comune in tempi record. A sua volta l’Assessore comunale all’ambinte Pin  esprime contrarietà di fronte ad una tempistica autorizzatoria così rapida: la normativa regionale infatti impone solo 30 giorni per valutare l’imponente documentazione….E’ necessario poter avere a disposizione tempi e modalità adeguate, commisurate all’entità del progetto che viene presentato. Il Presidente dell’Associazione Rione Enel Bernardel osserva acutamente: secondo quanto ci consta, per procedure di questo genere, la normativa prevede un tetto in relazione alla potenza installata, al di sotto della quale l’iter autorizzatorio viene affidato alla Regione, mentre al di sopra al Ministero dell’Ambiente. Ci chiediamo pertanto come mai la richiesta di A2A sia approdata a Roma: quale potenza ha dichiarato l’azienda? Il timore è di due ordini: da una parte il fatto che, con la procedura del denox, l’azienda voglia comunque andare avanti con gli attuali gruppi a carbone, quantomeno fino al 2025. Dall’altra la reale potenza dichiarata proprio da A2A che, se fosse superiore a quella dei due gruppi 1 e 2, fa presupporre l’intenzione di mantenere contestualmente attivi sia gli attuali gruppi, sia il nuovo impianto tutto carbone preannunciato più volte da A2A. Infine si legge che il combattivo rione Enel intende chiedere un incontro con il Presidente  della Giunta regionale Debora Serracchiani: Nel suo programma elettorale, la Presidente Serracchiani aveva indicato chiaramente la contrarietà al carbone, dicendosi favorevole invece al gas. Vorremmo avere conferme dirette.
Luglio 2013/Legambiente Merita per concludere citare  la meditata, seria e reiterata  posizione di Lega Ambiente che, riferendosi all’incontro all’Europalace, ribadisce che il carbone è una scelta sbagliata che il territorio non potrà mai accettare. Ed afferma che dal Tavolo istituito dalla Provincia ci si attende un sostegno alle ipotesi di riconversione alternative al carbone. 
luglio 2013/Lega Italiana per la lotta contro i tumori (Lilt): da Monfalcone a Fianona, una storia di carbone La lettera ai soci del mese di luglio, a cura della Sezione provinciale di Gorizia, della LITL (Lega Italiana per la lotta contro i tumori) è significativamente intitolata Da Monfalcone a Fianona sempre più carbone a Nordest. Si ricorda che il 24 giugno 2013 è stata celebrata la notte bianca della prevenzione a Ronchi nel corso di un incontro promosso dall’Associazione Città Comune e dalla stessa LITL sul problema dell’inquinamento derivante dalla centrale elettrica di Monfalcone che, si ricorda, è attiva da quasi cinquanta anni. In tale lungo periodo gli abitanti del Rione Enel, riunitisi in un Comitato sono stati instancabili nel denunciare i notevoli disagi derivanti dall’esistenza dell’impianto. Va riconosciuto, si legge, il merito di tale Comitato alla guida del quale si sono succedute più generazioni di cittadini. Gli abitanti del rione Enel non hanno avuto bisgogno di usare una strumentazione sofisticata per rilevare gli effetti negativi della presenza della centrale, bensì hanno potuto constarli servendosi solamente dei loro sensi (vista, udito, olfatto). Sfortunatamente il grado di sensibilità nei riguardi dei problemi derivanti dalla centrale termoelettrica – si prosegue – subisce una drastica riduzione man mano che ci si allontana dal sito della centrale stessa. La grande sensibilità degli abitanti del rione Enel diventa una ipoestesia appena ci si allontana dalla zona in questione e anestesia assoluta a distanze di poco maggiori. Gli abitanti degli altri quartieri di Monfalcone si ritengono probabilmente del tutto indenni riguardo agli effetti della centrale. Ancora più sicuri si sentono i residenti dei Comuni limitrofi. Tale convinzione è contraddetta dagli studi scientifici, nei quali si dimostra che l’inquinamento prodotto da una centrale a carbone si estende a grandi distanze per un raggio dell’ordine di circa cinquanta chilometri. Gli inquinanti prodotti comprendono ossidi di zolfo e di azoto, idrocarburi, diossine, metalli pesanti, particelle sottili ecc. Quindi si afferma: se prendiamo un compasso e puntandolo su Monfalcone tracciamo un cerchio con un raggio di cinquanta chilometri, il cerchio giunge ad ovest fin quasi a Portogruaro, a nord a Tarcento, ad est a Postumia a a sud a Cittanova. Un’area ben vasta può essere quindi interessata dall’inquinamento prodotto dalla centrale di Monfalcone…Per i frequentatori delle spiagge di Grado e di Lignano può suscitare una certa apprensione il vedere che spesso il pennacchio uscente dalla ciminiera della centrale si dirige in quella direzione. Quindi si asserisce che la prospettiva di continuare l’alimentazione a carbone ed anzi di potenziarne l’uso poggia su un elemento fondamentale e cioè sul basso costo di questo materiale. Si ricorda che in un recente studio sull’incidenza di tumori nelle aree italiane altamente inquinate (presentato dall’Associazione italiana Registri Tumori a Bolzano nei giorni 20-22 marzo 2013) è stato messo in evidenza un aumento di tumori in tali aree del 9% nel sesso maschile e del 7% nel sesso femminile. In tale studio sono incluse anche aree comprese nella nostra Regione e precisamente Trieste e la laguna di Grado-Marano: quando si parla di minor costo del carbone quindi bisogna anche por mente all’enorme costo prodotto dalla riduzione della vita e dalle malattie derivanti dall’inquinamento. E si conclude con un parallelismo adriatico. La storia della centrale di Monfalcone –si afferma – trova qualche parallelismo con quella della centrale a carbone di Fianona in Istria. Per tale centrale attiva da circa quarant’anni è in discussione un ulteriore allargamento. Se puntiamo il compasso sulla località di Fianona e tracciamo un cerchio con un raggio corrispondente a circa cinquanta chilometri, veniamo parzialmente a sovrapporci al cerchio tracciato a partire da Monfalcone. Quindi le due centrali possono concorrere a coprire con il loro inquinamento da carbone un’area abbastanza vasta. 

I doveri del Consiglio  Il Tavolo, o Commissione che dir si voglia, attende un indirizzo politico di alta programmazione che  solo il Consiglio provinciale può e deve  dare ai sensi del citato comma 1 del  D.lgs 267/2000, art. 42. Dopo queste ampie premesse e nel contesto dei due saggi politologici e scientifici che si allegano, questo è il dispositivo deliberativo sintetico e fondamentale che viene proposto




NOTA 
* Ricordo a tal riguardo le analisi condotte dallo scrivente nel suo volume del 2006 La Città, il Territorio, la Grande Fabbrica. Il caso Monfalcone. La pratica della ‘responsabilità sociale d’impresa’ come cardine di un equilibrato assetto territoriale. Viene posta con molta forza la necessità di rendere socialmente responsabili le maggiori Aziende storicamente presenti sul Territorio (anzi in Città, nella Piccola Città, come intitolò il suo volume fondamentale del 1997 – La Grande Fabbrica la Piccola Città – il pubblicista e saggista monfalconese Paolo Fragiacomo); il riferimento diretto del mio volume (cui seguì un altro nel 2010 intitolato Il ‘caso’ Monfalcone. Ruoli e responsabilità nelle politiche per la sicurezza urbana, la legalità ed il decoro civico) è ovviamente la Fincantieri, ma la metodologia va estesa alle altre realtà, in primis la Centrale termoelettrica. Si coglie infine l’occasione della presente nota per ricordare che il dott. Paolo Fragiacomo nel frattempo ha pubblicato una seconda fondamentale opera che dovrebbe essere letta da tutti coloro che fanno politica nell’Isontino, cioè L’industria come continuazione della politica. La Cantieristica italiana 1861-2011 (Angeli/Storia 2012). L’autore, redigendo gentilmente di suo pugno una  dedica sul volume che mi consegnò (dato che tra noi due c’è un costante interscambio di studi) nel novembre scorso, scrisse: per noi Monfalconesi il Cantiere è un destino. Anche la Centrale termica ha impresso la sua impronta genetica nel Dna della Città più tartassata del Friuli Venezia Giulia. E’ ora di iniziare a porre rimedio preparando così il terreno per una nuova classe politica dirigente che non abbia la mente condizionata dalla subcultura economica delle Partecipazioni Statali.













Il dispositivo deliberativo: Monfalcone coal free

Per tutto quanto premesso, il Consiglio provinciale in quanto portavoce delle istanze di importanti entità politiche, produttive ed associative (collocate prevalentemente nella Città di Monfalcone, già definita martire dell’amianto ma anche occupata da un impianto energetico insediato da mezzo secolo dentro il Rione orientale della Città stessa), in quanto competente nel coordinamento delle politiche di Area vasta e delle politiche ambientali, manifesta la sua contrarietà rispetto agli insediamenti energetici che presentano alti fattori di rischio per l’ecosistema ambientale e per la salute della popolazione già messa duramente a repentaglio durante tutta la vicenda politico economica/energetica del Novecento (e oltre). Il Consiglio provinciale esprime perciò l’esigenza che non ci siano più insediamenti che comportino rischi per  una popolazione che ha già dato fin troppo per l’interesse generale della Regione e della Nazione. Il Consiglio provinciale auspica vivamente l’attuazione di una collaborazione tra la Commissione Tecnico-scientifica promossa dalla Provincia ed il Pool di esperti di cui il Comune di Monfalcone (secondo quanto affermato sulla stampa dal Sindaco di Monfalcone), intende avvalersi. 
Conseguentemente, il Consiglio provinciale esprime  il seguente indirizzo politico di fondo (ai sensi del comma 1, art. 42 del D.lgs. 276/2000 – Tuel): Nell’ambito della riconversione della Centrale Termoelettrica di Monfalcone si esclude pregiudizialmente la combustione del carbone e dei rifiuti.
FABIO DEL BELLO
Consigliere provinciale PD
Presidente della Commissione
 Attività Tecniche e Logistica



Monfalcone, settembre 2013

Progetto Preliminare Elaborati di Progetto / Studio Ambientale Preliminare Studio Preliminare Ambientale - CTE-MONF- PROG-PREL-DeNOx

Ecco il link per scaricare i documenti relativi al Denitrificatore e lo studio preliminare ambientale.



A2A, giunta la Via sui gruppi a carbone ed è subito polemica - IL PICCOLO DEL 6 SETTEMBRE 2013





L’assessore Pin: poco un mese per esaminare lo studio sull’impianto anti-
inquinamento. Rione Enel preoccupato

Sono approdati in Comune, dal ministero dell’Ambiente, gli atti in relazione 
alla Valutazione di impatto ambientale inerenti il completamento della 
procedura di ambientalizzazione per i gruppi 1 e 2 a carbone della centrale 
termoelettrica. L’iter è legato alla realizzazione del “denox”, impianto di 
denitrificazione che abbatte sensibilmente le emissioni di ossido di azoto nell’
aria. È una procedura obbligatoria, necessaria per poter continuare a mantenere 
attivi gli attuali gruppi a carbone. A questo punto, entro fine mese verrà 
convocato il Consiglio comunale. E non si sono fatte attendere le prese di 
posizione. Con l’associazione Rione Enel a «constatare con preoccupazione l’
arrivo degli atti dal ministero giunti in Comune in tempi record». L’assessore 
all’Ambiente, Gualtiero Pin, da parte sua ha osservato: «Gli atti sono giunti 
qualche giorno fa. Si tratta di un intervento doveroso e obbligatorio per 
legge». «Tuttavia - ha aggiunto - non posso che esprimere contrarietà di fronte 
a una tempistica autorizzatoria così rapida: la normativa regionale, infatti, 
impone solo 30 giorni per valutare l’imponente documentazione. Siamo stufi di 
vederci arrivare atti complessi, peraltro nel periodo ancora di pausa estiva, 
che ci impongono un tour de force per rientrare nei tempi previsti. Non ci 
permettono la tranquillità di vagliare a fondo le carte. È necessario poter 
avere a disposizione tempi e modalità adeguate, commisurati all’entità del 
progetto che viene presentato. Stiamo parlando della centrale termoelettrica e 
delle possibili ricadute sul territorio». Dall’associazione Rione Enel viene 
rilanciata forte la preoccupazione, anche all’indomani dell’incontro, avvenuto 
martedì pomeriggio, tra il presidente Adriano Bernardel, accompagnato dalla 
vice presidente e da altri due componenti del direttivo, con l’assessore all’
Ambiente, Gualtiero Pin. L’associazione continua a sollecitare chiarezza sulle 
procedure in atto e le strategie di A2A. A partire dall’arrivo «mai così 
repentino - ha osservato Bernardel - della Via per la realizzazione del 
“denox”. Vogliamo conoscere nel dettaglio gli atti giunti dal ministero, prima 
che il Consiglio comunale si appresti ad assumere qualsiasi decisione. È un 
chiarimento dovuto, non solo per la comunità del rione, ma per l’intero 
mandamento». Ciò che continua a non convincere è, su tutto, l’aspetto relativo 
alla potenza complessiva per la quale l’azienda ha richiesto la procedura di 
Via: «Non ne conosciamo l’esatta entità – ha obiettato Bernardel -. Secondo 
quanto ci consta, per procedure di questo genere, la normativa prevede un tetto 
in relazione alla potenza installata, al di sotto del quale l’iter 
autorizzatorio viene affidato alla Regione, mentre al di sopra al ministero 
dell’Ambiente. Ci chiediamo, pertanto, come mai la richiesta di A2A sia 
approdata a Roma: quale potenza ha dichiarato l’azienda? Il timore è di due 
ordini: da una parte, il fatto che, con la procedura del “denox”, l’azienda 
voglia comunque andare avanti con gli attuali gruppi a carbone quantomeno fino 
al 2025. Dall’altra, la reale potenza dichiarata proprio da A2A, che, se fosse 
superiore a quella dei due gruppi 1 e 2, fa presupporre l’intenzione di 
mantenere contestualmente attivi sia gli attuali gruppi, sia il nuovo impianto 
“tutto carbone” preannunciato più volte da A2A». Sono stati numerosi gli 
argomenti sottoposti all’assessore durante l’incontro. Come lo smantellamento 
dei gruppi a carbone e la relativa bonifica del sito: «Che fine farà quella 
“cattedrale” che A2A dice di voler dismettere con il nuovo impianto “tutto 
carbone”?», chiede Bernardel. L’associazione intende andare avanti nella sua 
“battaglia” fino in fondo: «Dall’assessore Pin, che vogliamo ringraziare per la 
sua disponibilità - ha detto Bernardel -, abbiamo avuto assicurazioni di un 
impegno a 360 gradi sull’intera questione. L’assessore s’è espresso in modo 
chiaro contro tutte le fonti fossili, com’è anche il carbone». Il Rione Enel 
intende richiedere un incontro con il presidente della Giunta regionale, Debora 
Serracchiani: «Nel suo programma elettorale - ha osservato Bernardel - la 
presidente Serracchiani aveva indicato chiaramente la contrarietà al carbone, 

dicendosi favorevole invece al gas. Vorremmo avere conferme dirette».

di Laura Borsani 

A2A rinvia il piano-carbone Il fronte del no: una vittoria - 20 agosto 2013



Gherghetta: «Rispetto del territorio». Moretti (Pd): «Non intendiamo mollare» Bernardel (Rione Enel): «Voglio augurarmi che sia un modo per riflettere»
Censimento dei redditi per gli affitti Ater, assistenza del Sunia
ENERGIA»INTEGRAZIONI AL PROGETTO

 Slittano i tempi per la presentazione al ministero dello Sviluppo economico e dell’Ambiente del nuovo progetto a carbone per la centrale termoelettrica. Rispetto al mese di settembre, secondo l’ultima indicazione fornita da A2A, il piano sarà depositato entro la fine dell’anno. È questo il dato riferito dall’azienda, che ha invece già presentato al ministero dell’Ambiente l’istanza per ottenere l’autorizzazione a procedere con l’intervento di ambientalizzazione riguardante i gruppi 1 e 2 a carbone, previsto nell’Aia dell’impianto. Si tratta in questo caso del completamento della procedura attraverso l’avvio dell’iter legato alla realizzazione del “denox”, un impianto di denitrificazione che, mediante un processo chimico, abbatte sensibilmente le emissioni di ossido di azoto nell’aria. Per questo passaggio autorizzatorio, si apre la fase di assoggettabilità del nuovo impianto alla Valutazione di impatto ambientale. Per quanto riguarda, invece, il nuovo piano a carbone, si parla dunque di un allungamento dei tempi. Una dilatazione di fatto tecnica, hanno spiegato dall’azienda, alla quale dallo stesso ministero hanno richiesto ulteriori integrazioni al piano, comportando pertanto tempi aggiuntivi. Il progetto sostanzialmente, è stato ribadito, non cambia, le procedure andranno avanti come reso noto in più occasioni. Ma è necessario che il piano abbia tutti i crismi per poter essere autorizzato. L’azienda ha ribadito comunque una valutazione e un approccio globale a questo importante intervento, assicurando la contestuale attenzione nel ridurre al massimo gli impatti sul territorio. La notizia dello slittamento, intanto, è stata raccolta con favore dal “fronte del no” al “tutto carbone” per la centrale. Interpretata anche come una sorta di “riflessione”, a fronte delle prese di posizione sollevate dal territorio. Il presidente dell’associazione Rione Enel, Adriano Bernardel, ha commentato: «Se effettivamente la presentazione del progetto a carbone slitterà nel tempo, avremo modo di poter ragionarci sopra e confrontarci. Voglio augurarmi che le resistenze provenienti dal territorio, non solo cittadino ma mandamentale, inducano l’azienda a riflettere sul futuro della centrale. I motivi possono essere diversi, tuttavia, potrebbe essere un’occasione per giungere a qualche ripensamento. Del resto - ha aggiunto Bernardel -, ci siamo sempre battuti affinchè non si persegua la via del carbone, optando piuttosto per il gas oppure per le fonti alternative. Non possiamo ora che attendere lo sviluppo degli eventi». Il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, da parte sua, ha osservato: «Credo che A2A abbia assunto un atteggiamento di rispetto nei confronti del territorio. Del resto, hanno già avviato il processo per la realizzazione del “denox”. Mi sembra una scelta giusta procedere un passo alla volta, prima di concentrarsi sul futuro della centrale, anche se ritengo che un ripensamento da parte dell’azienda sarebbe opportuno». Il consigliere regionale Diego Moretti ha argomentato: «Non ho elementi ufficiali circa questo slittamento dei tempi. La sensazione, come mi auguro, è quella che l’azienda possa riflettere sulle proprie intenzioni. Certo è che non intendiamo demordere, rimaniamo comunque contrari al progetto “tutto carbone” per la centrale». 

INCONTRO COMITATO NO CARBONE, WWF E LEGAMBIENTE CON IL SINDACO ALTRAN - 25 luglio 2013



Dario introduce le nostre richieste: conoscere i nomi dei partecipanti al tavolo tecnico del Comune di Monfalcone e i verbali delle riunioni svolte finora (contenuto delle discussioni e decisioni).
Il Sindaco si impegna a fornirci le risposte, ma deve chiedere il nulla osta a tutti gli enti presenti al tavolo.
Quindi ci informa sul tavolo tecnico ambientale: 
 - il tavolo ha compiti di monitoraggio sull'impianto attuale e non sui progetti per il nuovo gruppo a carbone;
 - quando sarà presentato il progetto - dopo vari rinvii ora si parla di fine anno  - si istituirà un altro tavolo tecnico solo per valutare il progetto nuovo;
 - al tavolo si vota a maggioranza, quindi il rappresentante di A2A può facilmente essere messo in minoranza;
 - per ora il tavolo tecnico si è riunito 4 volte, nei mesi 12/2012, 1/2013, 3/2013 e 6/2013. Il primo obiettivo è che gli enti parlino tra loro, mentre per ora si sono mossi tutti autonomamente e senza dialogo. L'ARPA ha già svolto un'indagine sugli abitanti della zona della centrale; la Regione ha un osservatorio, degli assessorati Salute e Ambiente, del quale si sa poco (finora la Regione si è completamente disinteressata, con la nuova giunta è cambiato clima); l'ASS dispone di dati storici, ecc.
A2A ha fatto diverse presentazioni del suo progetto: in consiglio comunale, all'università di Udine, al tavolo tecnico, ai Sindaci di Città Mandamento (non tutti presenti).
 - Le centraline di proprietà di A2A a fine luglio sono state cedute in comodato all'ARPA, che quindi ora rileva direttamente i dati e li valida; su due centraline è stata attivata la misurazione del PM 2,5 (era prevista anche una per il PM 1 ma per ora non è stata installata per mancanza di soldi); le centraline sono 1. Scuola Duca d'Aosta; 2. Fossalon; 3. Doberdò; 4. Rione Enel; 5. ?;
nell'atrio dell'Ospedale c'è un totem che riporta le polveri, SOx, NOx;

- Indagine epidemiologica: A2A ne ha fatte per proprio conto in altri siti (Castiglione dello Stiviere?) e vanta esperienza in materia;
L'ASS2 Isontina, a suo carico e in collaborazione con ASS1 Triestina, vuole fare uno studio (coordinato da prof.Barbone?), con areale dalla Ferriera di Servola a Palmanova, anche sulla base dei dati storici di cui già dispone;
L'Osservatorio regionale, Ass.Salute + Ambiente, con il dott. Cavallini, a marzo si è impegnata a produrre un modello di studio, basato su altri casi già affrontati in Friuli;
La VIS (valutazione di impatto sanitario) non è normata in Regione (lo è in alcune regioni, Emilia Romagna, Piemonte, ma solo su impianti nuovi, non su quelli esistenti, quindi interessa meno l'attuale tavolo tecnico che appunto si occupa dell'esistente);
 - E' stata fatta richiesta di un fonometro, per misurare il rumore (sollecitato dagli abitanti del rione Enel); risulta che A2A ha già acquistato un trasformatore, che ha la funzione di ridurre la rumorosità, ma l'installazione è prevista per settembre-ottobre, causa problemi con Terna;
 - per il denitrificatore (DeNox) sui due gruppi a carbone esistenti, già previsto dall'AIA vigente fino al 2017, è stato avviato l'iter ed è in corso la VIA.

Altri studi/gruppi:
Per l'impianto nuovo sarà attivato un secondo tavolo tecnico comunale e servirà un pool di esperti (con costi aggiuntivi per il Comune, che probabilmente sarà rappresentanto dall'ing.Sandrin, che nel frattempo si è trasferito dal Comune alla Regione). 
In settembre sarà attivato anche il Tavolo di lavoro provinciale, che si occuperà solo di alternative al progetto che presenterà A2A (per gli ambientalisti ci sarà Scalia, consigliato da Legambiente).
Vescovini ha finanziato per proprio conto uno studio sui licheni (era già stato fatto divesi anni fa e ora verrà aggiornato).
Moretti (cons.regionale PD), con un finanziamento ad hoc del gruppo regionale (finanziaria 2012) fatto in occasione delle primarie PD, ha finanziato con 25.000 euro uno studio sui tumori femminili in provincia di Gorizia, assegnato al Dipartimento di Microbiologia dell'Università di Udine (per il Sindaco Altran il finanziamento è già stato fatto, noi abbiamo notizie diverse).


Il Comune di Monfalcone cercherà la collaborazione degli altri comuni del mandamento (compresa Grado, visto che i fumi interessano Fossalon).  

Comunicato stampa

"Lo scorso giovedì 25 luglio presso la sede della Lega Ambiente di Monfalcone si è svolto un incontro fra alcune associazioni ambientaliste per commentare le ultime notizie relative alla preventivata costruzione di una nuova centrale a carbone da parte della A2A, azienda che gestisce gli impianti già esistenti.  Erano presenti all’incontro rappresentanti del WWF di Monfalcone, del Comitato Rione ENEL, del Comitato NO-Carbone Isontino e appunto della Lega Ambiente – circolo GreenGang.  Scopo della riunione è stato quello di confrontare le diverse posizioni in relazione all’ipotesi avanzata recentemente da A2A e per (concordare) individuare possibili strategie per opporsi ad una simile scelta, che, da parte di tutti i presenti,  è stata considerata anacronistica, inutile e soprattutto pericolosa per la salute per i cittadini.
Si è convenuto che i tempi per un coordinamento delle associazione e comitati ormai non sia più prorogabile, è per questo motivo che in modo unitario è stato concordato di chiedere un colloquio al sindaco di Monfalcone per avere una illustrazione dettagliata sull’andamento degli incontri del Tavolo Tecnico Ambientale e sul ruolo che potrebbe giocare il rappresentante del Comune di Monfalcone nel futuro iter di approvazione del progetto che A2A dovesse presentare.")
Da parte di tutti è stato ribadito come sia assolutamente necessario avviarci verso la sostituzione dei combustibili di origine fossile con tecnologie nuove che utilizzino le fonti rinnovabili. Nel corso dell’incontro il presidente di Lega Ambiente ha illustrato la recente proposta fatta dalla sua associazione per mettere in campo una alternativa a quella di una nuova centrale a carbone, che coniughi gli interessi della salute, dell’ambiente, e quelli occupazionali.

(A conclusione dell’incontro è stato concordato di chiedere un colloquio al sindaco di Monfalcone per avere una illustrazione dettagliata sull’andamento degli incontri del Tavolo Tecnico Ambientale e sul ruolo che potrebbe giocare il rappresentante del Comune di Monfalcone nel futuro iter di approvazione del progetto che A2A dovesse presentare.")


Ed ho gà richesto telefonicamente il colloquio alla segretaria del Sindaco che mi ha assicurato una risposta entro due giorni, quindi dovesse risponderci dovremmo essere pronti ad andare all'incontro, io ho detto che saremo in 4 uno per ogni associazione.

Provincia di Gorizia - protocolo d' intesa con A2A e istituzione commissione tecnica ambientale


OGGETTO: Centrale Termoelettrica di Monfalcone. – Società A2A S.p.A.
 – Istituzione commissione ambientale e approvazione del protocollo di intesa tra la Provincia di Gorizia e la Società A2A relativo alla pubblicazione dei dati delle emissioni in atmosfera della centrale.

LA GIUNTA PROVINCIALE
PREMESSO che l’impianto per la produzione di energia elettrica di Monfalcone di proprietà della Società A2A S.p.A. ed in gestione alla stessa, costituisce sicuramente il più importante insediamento ad impatto ambientale della Provincia di Gorizia specialmente in riferimento alle emissioni in atmosfera nel territorio;
TENUTO CONTO che detto impianto risulta essere attualmente autorizzato in A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) con decreto prot. n° DSA-DEC-2009-0000229 dd. 24 marzo 2009 rilasciato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare;
CONSIDERATA l’opportunità di informare nella maniera più completa possibile tutti i cittadini riguardo l’impatto ambientale determinato dalla presenza della centrale a ridosso dell’abitato di Monfalcone soprattutto per quel che concerne le emissioni in atmosfera;
CONSIDERATO che, per le finalità di cui al punto precedente, la Provincia di Gorizia ritiene opportuno pubblicare su apposito sito internet i dati riguardanti le emissioni in atmosfera, suddivisi per ciminiera, che la Società A2A si è impegnata a trasmettere ogni sei (6) mesi relativi all’impianto in argomento in base al Protocollo sottoscritto con il Presidente della Provincia Enrico Gherghetta;
CONSIDERATO che, sempre per le finalità sopraesspresse, la Provincia di Gorizia ritiene opportuno pubblicare su apposito sito internet anche un link relativo ai dati trasmessi giornalmente dalla Società A2A S.p.A. all’ARPA e previsti nell’ambito dell’AIA;
RITENUTO che, al fine di verificare detti dati, l’Amministrazione provinciale di Gorizia intende istituire un’apposita commissione tecnica ambientale formata, oltre che dai componenti della Provincia di Gorizia, dai rappresentanti dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, dell’Azienda per i Servizi Sanitari, del Comune di Monfalcone, della/e Università e delle Associazioni Ambientaliste;
ACQUISITO il parere di regolarità tecnica reso dal Dirigente della Direzione Sviluppo Territoriale e Ambiente;
recepite le premesse,
DELIBERA
1) Di approvare l’allegato protocollo d’intesa in cui la Società A2A si impegna a trasmettere alla Provincia di Gorizia, con cadenza semestrale, i dati rilevati del controllo delle emissioni in atmosfera, suddivisi per ciminiera, provenienti dall’impianto della Centrale termoelettrica di Monfalcone;
  1. 2)  di creare, in collaborazione con l’ARPA, un link relativo ai dati trasmessi giornalmente dalla Società A2A S.p.A. all’ARPA e previsti nell’ambito dell’AIA;
  2. 3)  di pubblicare in dati di cui ai precedenti punto 1) e 2) su apposito sito internet;
  3. 4)  di istituire apposita commissione tecnica ambientale formata, oltre che dai componenti della Provincia di Gorizia, dai rappresentanti dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, dell’Azienda per i Servizi Sanitari, del Comune di Monfalcone, della/e Università e delle Associazioni Ambientaliste che avrà il compito di analizzare i dati trasmessi dalla Società A2A S.p.A.
La presente deliberazione viene approvata ad unanimità dei voti palesemente espressi.
Ad unanimità di voti espressi in forma palese, la presente deliberazione viene altresì dichiarata immediatamente eseguibile, ai sensi dell’art.1 comma 19 della L.R. 11/12/2003, n. 21.

IL PRESIDENTE  f.to Enrico Gherghetta 
  IL SEGRETARIO GENERALEf.to Pietro Ossi


Le combustioni producono polveri cancerogene

Le combustioni producono polveri cancerogene



Un grande studio, che ha coinvolto trecentomila abitanti di nove paesi europei, tra cui l'Italia, ha dimostrato che respirare polveri fini (PM10) e ultrafini (PM2,5), aumenta il rischio di cancro polmonare.

L'articolo pubblicato in questi giorni su Lancet Oncology ha definitivamente confermato, oltre ogni ragionevole dubbio, che le polveri che si sviluppano a seguito di combustioni, caratterizzate da dimensioni molto piccole (diametro inferiori a 10 e 2,5 millesimi di millimetro), possono provocare il cancro al polmone, anche in chi non ha mai fumato sigarette.

Lo studio ha dimostrato che il numero di tumori polmonari che si registrano in una determinata popolazione, aumenta in proporzione alla concentrazione di polveri sottili che quella popolazione ha mediamente respirato.

Ogni 10 microgrammi (milionesimo di grammo) in più, di polveri sottili presenti in un metro cubo d'aria inalato, il rischio di cancro polmonare aumenta del 22%.

Ad esempio, questo significa che, se in una determinata popolazione di non fumatori, esposti a 10 microgrammi di polveri sottili (PM10) per metro cubo d'aria , si registrano100 casi di tumori polmonari all'anno, nello stesso numero di persone, esposte a 20 microgrammi di polveri per metro cubo, i casi di tumore polmonare sono 122.

I casi di tumore salgono a 144, con un'esposizione media a 30 microgrammi per metro cubo166, se l'esposizione arriva  a40 microgrammi per metro cubo.

E se la concentrazione di polveri è di 50 microgrammi per metro cubo, i tumori polmonari attesi saranno 189.

Le concentrazioni di polveri sottili riportate in questo esempio ( da 10 a 50 microgrammi per metro cubo)  non sono casuali.

La popolazione norvegese che ha partecipato allo studio era esposta a 13 microgrammi per metro cubo, quella olandese a 25 microgrammi, mentre quella romana faceva registrare una esposizione a 36 microgrammi per metro cubo e quella torinese risultava la più esposta in assoluto: 48 microgrammi per metro cubo.

Tutto questo significa che nelle popolazioni italiane (56 milioni di persone), a causa dell'elevato inquinamento dell'aria ignorato o colpevolmente tollerato, si registrano moltitumori polmonari che potrebbero essere evitati se adeguate scelte politiche riducessero l' elevato inquinamento atmosferico da polveri sottili del nostro Paese,  ai livelli considerati normali nei paesi del nord Europa.

E poichè  le PM10 si producono, inevitabilmente, ogni volta che si brucia qualche cosa, queste politiche, finalizzate alla prevenzione primaria dei tumori polmonari, riguardano tutte le combustioni evitabili o riducibili.

A cominciare, ovviamente,  dal fumo di sigaretta, ma anche quelle della mobilitità urbana (privilegiare il trasporto collettivo su mezzi a trazione elettrica), del trattamento dei rifiuti (riciclo e compostaggio, al posto dell'incenerimento), del condizionamento degli edifici (più isolamento termico e meno combustibili per il loro condizionamento), della produzione di elettricità (più solare eolico, idroelettrico, meno carbone), dell'uso energetico delle biomasse (abolire gli incentivi alla combustione e alla gasificazione di biomasse).

Infine, lo studio pubblicato su Lancet ha confermato che gli attuali limiti di legge per le PM10 (40 microgrammi per metro cubo) non sono sufficenti a tutelare la salute dei cittadini.

Un significativo aumento dei tumori polmonari si sono registrati anche con esposizioni a polveri sottili  inferiori a 40 microgrammi per metro cubo. 

Pertanto, ogni scelta che comporta un aumento evitabile delle emissioni di polveri sottili deve essere vietata.


Rientra in questi divieti la sostituzione d'impianti a metano (a bassa emissione di polveri sottili)  con impianti alimentati con rifiuti, cippato di legno e oli vegetali (ad alta emissione di polveri sottili): una scelta che si sta diffondendo nel nostro paese, a causa della "droga" dei certificati verdi regalati a chi produce elettricità bruciando biomasse.

Il Piccolo del 17 luglio 2013


Il Piccolo del 22 giugno 2013


Il piccolo del 21/06/2013


Previsto anche il progetto del Denox per abbattere le emissioni di ossido di azoto Centrale, entro agosto il piano A2A

Il Piccolo 18.06.2013

A2A presenterà prima di agosto ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico il progetto della nuova sezione a carbone in sostituzione delle due in produzione nella centrale di Monfalcone. Nello stesso tempo la società avanzerà anche il progetto per realizzare il Denox per l’abbattimento delle emissioni di ossido di azoto, secondo quanto previsto dall’Aia vigente. I lavori saranno completati, afferma la società, entro il 31 dicembre 2015, permettendo alle due sezioni, «le cui emissioni saranno ancora più basse di quanto previsto dalle nuove norme in emanazione, di lavorare fino all’entrata in produzione del nuovo gruppo. La base di partenza rimane comunque una nuova sezione a carbone con la possibilità di sfruttare le competenze del gruppo nel settore del teleriscaldamento e in quello dell’energia rinnovabile. In sostanza, A2A resta convinta della possibilità di utilizzare l’impianto per effettuare una co-combustione di biomasse. «Al momento l’attività, già autorizzata per i gruppi 1 e 2, è ferma - spiega Massimo Tiberga, responsabile degli impianti di produzione A2A -, a causa delle vicende giudiziarie che la nostra società ha permesso di avviare». Proprio per evitare che una filiera troppo lunga inneschi situazioni poco chiare A2A avanza come soluzione quella di arrivare alla co-combustione di materiali inerti trattati in modo tale da essere assimilati alle biomasse. «È un'idea che poniamo a Regione e Provincia - prosegue Tiberga -, pensando a un trattamento dei materiali prodotti a livello locale, riducendo quindi parte della frazione diretta a discarica o incenerimento tradizionale». L’ambizione è quindi quella «di puntare a creare nel sito un polo di sviluppo di ricerca scientifica avanzata in tale campo, aperto sia al mondo scientifico sia a quello universitario». In questo "mix" A2A vede l’unica strada per garantire un futuro industriale al sito e, nello stesso tempo, la produzione di energia in modo sostenibile dal punto di vista ambientale, oltre che una corretta remunerazione degli investimenti, definiti importantissimi, da effettuare. «Non c’è alcuna preclusione al confronto - afferma Tiberga -, se però il dialogo è serio e competente, anche nei casi in cui vengono segnalati ed evidenziati problemi che, in impianti industriali come il nostro, non è possibile evitare a priori, ma che è possibile capire, spiegare e sui quali infine intervenire, affinché sia possibile evitarli o eliminarli del tutto per ragioni di sicurezza, almeno attenuarne gli effetti». A2A, come sottolinea Tiberga, è più che favorevole a un’indagine epidemiologica sui residenti e sta attendendo le decisioni del Tavolo tecnico in materia. «Comunque, i risultati del monitoraggio ambientale sono validati da Arpa e sono disponibili al pubblico da anni - conclude Tiberga -. A2A è stata l’unica a intervenire, con due pompe, sulla stagnazione delle acque del canale Est-Ovest, pur non essendone la responsabile». Laura Blasich

Il piccolo - Del Bello: «Ingiustificata l’equidistanza di Gherghetta» 16/06/2013

«Non si può mettere sullo stesso piano, come fa il presidente della Provincia Gherghetta, l’interesse
di una qualsiasi impresa, fosse anche Fincantieri che deterimina il 50% del Pil provinciale, e l’interesse generale di un territorio, più ancora quando questo, che produce il 70% del Pil provinciale sopportando
il 95% delle criticità, è stato storicamente sfigurato dall’uso massiccio dell’amianto, dall’emissione aerea di sostanze non certo benefiche, dagli effetti della globalizzazione economica che ha importato una dose massiccia di lavoratori non garantiti causando un degrado sociale senza precedenti nella vicenda storica locale e senza pari nel Fvg». Lo afferma Fabio Del Bello, presidentedella Commissione provinciale Attività tecniche, infrastrutture, logistica, a margine del dibattito organizzato dal Comitato difesa litorale carsico e “Bisiacaria in movimento”. «Non si può essere equidistanti e pseudogarantisti - afferma
Del Bello - quando il Centrosinistra regionale ha assunto una posizione inequivocabile sulla centrale di Monfalcone e dopo le enunciazioni del ministro Orlando. La giunta provinciale fa bene a promuovere
un Gruppo tecnico, che avrà tuttavia un compito meramente consultivo per gli organi politici dell’ente. Io, da parte mia, ho già iniziato una azione informativa scientificamente fondata nei confronti dei consiglieri che dovranno a breve votare un odg di indirizzo con cui l’ente si presenterà alla Conferenza
interistituzionale dei Servizi dove si deciderà sulla riconversione, nonché di tutti i sindaci dell’area vasta monfalconese, gradese e duinate. Avvalendomi di importanti consulenze scientifiche - conclude Del Bello -, ritengo che una centrale a carbone, ancorché ridotta, non può essere il futuro per i prossimi
quarant’anni e che si deveripensare allo sviluppo energeticoa Monfalcone e in Regione».

Il piccolo del 9 giugno 2013