IL SONDAGGIO: - Carbone come combustibile?

sabato 21 dicembre 2013

Comunicato Stampa



Il Comitato NO Carbone Isontino esprime il suo dissenso in merito al paventato progetto di costruzione di un rigassificatore nell’area Lisert a Monfalcone, che numerose prese di posizione di forze politiche, associazioni ambientaliste e amministratori locali indicano come possibile soluzione per ridurre l'inquinamento prodotto dalla centrale A2A.

Il nostro comitato ha più volte sostenuto che l’utilizzo del gas può essere una valida soluzione nell’ottica della riduzione delle emissioni nell’attesa che lo sviluppo delle fonti rinnovabili riesca a sopperire completamente alle necessità energetiche. Questa soluzione può essere adottata anche dalla centrale di Monfalcone che può essere facilmente collegata alla rete di distribuzione del metano che passa a circa 1km dall’impianto per potenze dell’ordine dei 100MW  o, per potenze superiori, al nodo di Villesse seguendo il progetto di metanodotto, peraltro già autorizzato, che era stato presentato da Endesa.

Non sarebbe quindi necessario un nuovo rigassificatore come peraltro già proposto nel ’96  e bocciato da un referendum cittadino. Molti erano allora i punti contestati, tra i quali ricordiamo l’estrema pericolosità di un simile impianto.
Da quanto emerso sulla stampa locale nel nuovo progetto i silos di stoccaggio dovrebbero contenere 150.000 metricubi di gas, e le navi gasiere che alimenterebbero l’impianto conterrebbero 125.000 metricubi di GNL. Come già emerso nel ’96 simili quantità di gas stoccate o trasportate a poche centinaia di metri da aree densamente popolate rappresentano un rischio inaccettabile per le popolazione, poichè in caso di incidente grave a rischiare l’incenerimento sarebbe l’intera area urbana di Monfalcone.
Non si tratta di eventi impossibili: basti ricordare l'incidente e la conseguente strage all'impianto di produzione di GNL di Skikda, in Algeria nel 2004.

Inoltre ci chiediamo da dove dovrebbe provenire il gas liquefatto: nel progetto Snam l’approvvigionamento doveva provenire dalla Nigeria, attraversata da durissimi conflitti sociali anche armati a causa delle devastazioni ambientali prodotti nell’area del delta del fiume Niger dalle compagnie occidentali impegnate nell’estrazione di idrocarburi, una soluzione che ci auguriamo non si voglia riproporre.

Andrebbe poi preso maggiormente in considerazione l’impatto che avrebbe un simile impianto sui traffici del porto di Monfalcone, tenuto conto che un analogo progetto previsto per Trieste è stato recentemente stoppato proprio a causa dell’interferenza che avrebbe creato al traffico portuale, considerato che esso deve essere interdetto per una vasta area ogni qual volta una nave gasiera si avvicina all’attracco.

Ultimo ma non meno importante: nel recente dibattito organizzato dal nostro comitato che ha visto la partecipazione di un esponente del comitato che a Porto Tolle (RO) si oppone alla trasformazione a “tutto carbone” della locale centrale ENEL, è emerso che il terminal  rifiutato nel ’96 a Monfalcone è stato poi realizzato a 12km dalla costa proprio a Porto Tolle. Ebbene: il rigassificatore venne proposto alla popolazione locale con la scusa che sarebbe servito ad alimentare la centrale riducendo così l’inquinamento, ma in realtà la sua realizzazione non ha affatto modificato i piani di ENEL che ha continuato imperterrita nella scelta del carbone.


Non vorremmo che un simile percorso venisse ripetuto qui da noi, per cui in nome dei profitti di A2A la popolazione dell’isontino debba continuare a soffrire l’inquinamento del carbone, e in nome dei profitti del consorzio di imprese che propone il rigassificatore dovremmo pure convivere con il rischio di finire inceneriti.

giovedì 19 dicembre 2013

PER UN ALTO ADRIATICO LIBERO DAL CARBONE sala ANPI Monfalcone SABATO 7 DICEMBRE 2013


Si è svolta sabato 7 dicembre  l'iniziativa promossa dal COMITATO NO CARBONE ISONTINO dal titolo “Per un Alto Adriatico Libero dal Carbone”, che si proponeva di mettere a confronto tre esperienze di lotta contro progetti di ampliamento o ristruturazione di centrali a carbone.
Oltre al Comitato Rione ENEL di Monfalcone, rappresentato dalla sua storica esponente Antonella Paoletti, sono intervenuti Dusana Radojcic di Zelena Istra – Istria Verde e Giorgio Crepaldi del Comitato “cittadini liberi – Porto Tolle”, moderati da Dario Antonaz del Comitato No Carbone Isontino.

Proprio Antonaz ha ricordato il ruolo di questo Comitato spontaneo di cittadini, che si propone di promuovere l'informazione sui danni sanitari del carbone, di pressare le istituzioni pubbliche per chiedere il rispetto delle leggi e la trasparenza sui dati. Studi basati sui bioindicatori hanno messo in evidenza come Muggia e Monfalcone risultino le aree più inquinate in Regione e il nesso con impianti industriali quali la Ferriera di Servola e la centrale a carbone del Lisert sono quantomeno probabili, visto che altri fattori come l'inquinamento da traffico sono riscontrabili anche in altre realtà. I dati sull'incidenza di tumori......

sabato 14 dicembre 2013