IL SONDAGGIO: - Carbone come combustibile?

giovedì 22 dicembre 2016

Ancora sulla Dichiarazione Ambientale 2015

Riportiamo l'articolo uscito su Il Piccolo in merito alla dichiarazione ambientale 2015.


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Il Piccolo 21-12-2106
Le emissioni della centrale sotto la lente
Meno ossidi di azoto e polveri sottili, aumentati anidride solforosa e monossido di carbonio. Nel 2014 oltre 2 mesi di fermo

di Laura Borsani Diminuite le emissioni di ossidi di azoto (NOX) e le polveri sottili, sono invece aumentate altre tipologie di sostanze, il monossido di carbonio (CO), l’anidride solforosa (SO2) e l’anidride carbonica (CO2). È l’andamento che si evince dai dati riportati nella Dichiarazione ambientale 2015 in ordine alla centrale termoelettrica di Monfalcone, pubblicata sul sito della società A2A Energie Future. L’atto passa in rassegna l’energia prodotta dall’impianto, il combustibile impiegato e le emissioni. Nel 2015 la centrale ha bruciato 870mila tonnellate di carbone, a fronte dell’immissione nella rete di 2.129 GW/h di energia. L’utilizzo della materia prima lo scorso anno è stato maggiore rispetto al 2014 del 15%. Sempre lo scorso anno sono stati emessi in atmosfera 2.037.000 tonnellate di anidride carbonica (CO2), con un incremento rispetto al 2014 del 15%. Allora le emissioni erano state di 1.776.000 tonnellate. Il confronto tra le due annate deve tener conto dell’attività ridotta da parte della centrale nel 2014, quando l’impianto rimase in fermo-produzione per oltre due mesi durante i quali erano stati eseguiti lavori di manutenzione. Le variazioni sono legate alla richiesta di energia del mercato e quindi alla relativa produzione. Veniamo alle sostanze emesse. Sono diminuiti gli ossidi di azoto nel 2015 del 15%, a fronte di 1.481 tonnellate rispetto a 1.735 dell’anno precedente. In calo anche le polveri sottili (Pm10), pari ad un -14%, passando da 36 tonnellate del 2014 a 31 lo scorso anno. Questa diminuzione è ulteriormente evidente rispetto all’anno 2013, dove l’impianto aveva esercitato per l’intero anno, come dunque nel 2015. Rispettivamente gli ossidi di azoto erano oltre 3.200 tonnellate (nel 2012 erano 3.400). Le emissioni di polveri sottili (Pm10) erano pari a 79 tonnellate nel 2013 (nel 2012 erano 67 tonnellate). Passando alle altre sostanze, si evince che il monossido di carbonio (CO) è aumentato del 21% nel 2015 rispetto al 2014, con le emissioni passate da 76 tonnellate a 92. L’anidride solforosa (SO2) è salita del 19% passando da 312 tonnellate a 371 nel 2015. Nel 2013 il monossido di carbonio (CO) era a quota 35 tonnellate (nel 2012 erano 78), mentre l’anidride solforosa (SO2) era di 456 tonnellate nel 2013 (nel 2012 erano 810 tonnellate). I dati delle emissioni rimangono comunque tutti al di sotto dei parametri di legge, a fronte dei quali peraltro la centrale si è attenuta alle prescrizioni europee più restrittive, in anticipo rispetto all’applicazione nazionale. La Dichiarazione ambientale 2015 non è passata inosservata al Comitato No Carbone Isontino e al Circolo Zanutto di Legambiente di Monfalcone. Su tutto hanno posto l’aspetto dell’aumento delle emissioni di anidride solforosa e del monossido di carbonio tra il 2014 e il 2015, «percentualmente maggiore rispetto all’aumento del combustibile impiegato». Il Comitato e il Circolo fanno riferimento a due possibilità: «O la centrale ha bruciato combustibile di qualità inferiore, oppure gli impianti che limitano le emissioni di queste sostanze hanno diminuito l’efficacia nel tempo». Comitato e Circolo chiedono alle istituzioni di «dare corso agli impegni presi: gli accordi internazionali di Parigi COP21 e Marrakech COP22, nonchè il Piano energetico regionale». Con ciò ribadendo l’«urgenza della riconversione del sito di Monfalcone». L’azienda A2A, da parte sua, ha spiegato: «Le emissioni della centrale sono conseguenza dei livelli di produzione che, a loro volta, derivano dalle richieste del mercato elettrico; sono monitorate in continuo e i valori sono costantemente molto inferiori ai limiti imposti dalla legge. Si ritiene utile segnalare, come si può evincere dalla stessa Dichiarazione Ambientale, che il 2014 è stato un anno particolare in quanto, per più di due mesi, la centrale è rimasta fuori servizio per manutenzione e per poter permettere nuovi adeguamenti ambientali; una eventuale comparazione, come esplicitato graficamente in dichiarazione, può essere fatta con gli anni precedenti, 2011, 2012, 2013». Quanto alla qualità del carbone utilizzata, viene ricordato che il combustibile è frutto di una selezione del prodotto sul mercato, attenendosi alle più rigide prescrizioni che la società impone in caso di acquisto. Intanto ieri alla centrale termoelettrica è stata avviata la visita ispettiva con il controllo del Sistema di monitoraggio in continuo delle Emissioni (SME) e contestuale verifica degli autocontrolli e delle modalità di taratura. La visita continuerà nel 2017 con i controlli su rifiuti, scarichi, depositi, e altre ispezioni. Il tutto si concluderà presumibilmente entro la fine di gennaio 2017. 





martedì 6 dicembre 2016

Se 2 milioni di tonnellate di CO2 vi sembran poche...

Sul sito di A2A Energie Future è stata finalmente pubblicata la Dichiarazione Ambientale della centrale di Monfalcone relativa all'anno 2015.

E' reperibile al seguente link:
http://www.a2aenergiefuture.eu/gruppo/cms/ene/sostenibilita/dichiarazioni-ambientali/

Come sempre si tratta di un documento che merita un'analisi poiché riporta nel dettaglio i dati su energia prodotta, emissioni, combustibile, ecc...
Ecco quindi che veniamo a sapere che nel 2015 la centrale ha bruciato 870.000 tonnellate di carbone per immettere nella rete 2.129GWh di energia.

Ha immesso nell'atmosfera 2.037.000 tonnellate di C02 con un incremento del 15% rispetto al 2014 quando ne erano state emesse 1.776.0000 tonnellate. 
Non ci stancheremo mai di dire che un simile dato rappresenta un sfregio al nostro pianeta, capace di compromettere il futuro delle nuove generazioni e le condizioni di vita di tutti noi nel giro di pochi decenni.

Per continuare l'analisi prendendo in considerazioni gli inquinanti "più rilevanti" vi proponiamo la seguente tabella ottenuta rielaborando i dati di pagina 76:


Emissioni in atmosfera Unità 2014 2015 variazione
SO2 t 312 371 +19%
NOx t 1735 1481 -15%
Polveri t 36 31 -14%
CO t 76 92 +21%
CO2 t x 10³ 1776 2037 +15%

Come si vede se NOx e Polveri hanno una diminuzione aumentano invece significativamente le emissioni di SO2 e CO, oltre che della già citata CO2. 

Ecco quindi che, nonostante le belle parole contenute nei primi capitolo del documento dove si parla dei rapporti con il territorio, responsabilità ecc..., i freddi numeri ci danno un quadro sconfortante: hanno dopo anno la centrale continua a ammorbare i monfalconesi e a uccidere il pianeta.

lunedì 21 novembre 2016

Ma ARPA si è accorta dei nuovi limiti imposti dall'AIA 2014?

Scrivevamo in un precedente post che l'AIA 28/04/2014 impone a A2A  di rispettare i limiti contenuti nel Decreto Legislativo 4 marzo 2014 n. 46 a partire dal 1° gennaio 2016.
Questi limiti sono riassunti nella seguente tabella:



Parametro 
VLE (mg/Nmc)
SO2 
200/220*
NOx 
180**
PMx 
20
CO 
150
(DVA-00_2014-0012089 pag.70)
* per il 97% di tutte le medie di 48h ; ** valore limite su base giornaliera

Come prescritto dalla stessa AIA questi parametri sono rilevati in continuo per i due gruppi a carbone in funzione e sono disponibili in tempo reale sul sito di ARPA FVG al seguente link:
http://www.arpaweb.fvg.it/ematmo/gmapsme.asp

Per visualizzare i dati della centrale di Monfalcone è necessario cliccare sulla mappa in corrispondenza dell'impianto.

Questo è quello che mostra in data odierna il sito ARPA:


X
 <<  unita' 1 - dati del 18/11/2016
parametrounità
di misura
valore
rilevato
valore
limite
stato del
parametro
Ossidi di Azotomg/Nm³98,3550
Biossido di Zolfomg/Nm³96,3220
Polveri Totalimg/Nm³5,522
 <<  unita' 2 - dati del 17/11/2016
parametrounità
di misura
valore
rilevato
valore
limite
stato del
parametro
Ossidi di Azotomg/Nm³102,3550
Biossido di Zolfomg/Nm³77,2220
Polveri Totalimg/Nm³5,622
informazioni


Come si vede il valore limite non è quello in vigore dal 1° gennaio 2016, ma è rimasto quello precedente.

Sarebbe molto interessante sapere se si tratta di una "svista" grafica del sito oppure se nel caso di superamento dei limiti di legge in ARPA nessuno se ne accorgerebbe.

domenica 9 ottobre 2016

Mercoledì 12 confronto candidate sui temi ambientali

I problemi ambientali della città:
QUALE FUTURO PER MONFALCONE?

Incontro pubblico con le candidate a Sindaco
Mercoledì 12 ottobre ore 18:00
Palazzetto Veneto via Sant'Ambrogio 12 Monfalcone

Il Comitato NO Carbone Isontino e Legambiente intervisteranno le candidate a Sindaco in merito alle principali questioni ambientali del territorio monfalconese.
Un confronto per mettere al centro del dibattito per il rinnovo dell’amministrazione comunale l’ambiente e la salute di chi abita il territorio.

Comitato NO Carbone Isontino
Legambiente Circolo
"Ignazio Zanutto"

lunedì 3 ottobre 2016

Il 2017 si avvicina, puntiamo tutto sulla revisione delle BREF?

E' annunciata per il prossimo anno la revisione delle BREF, e più volte i nostri amministratori hanno espresso il loro convincimento che questo avvenimento sarà la chiave di volta per dismettere il carbone nella centrale di Monfalcone.

Per capirci un po' di più dobbiamo fare un passo indietro:

Nel 2006 l'organo ufficiale della UE EIPPCB (European Integrated Pollution Prevention and Control Bureau) dopo un lungo studio comparativo sulle emissioni inquinanti in funzione delle varie tecnologie applicabili ai "grandi impianti" (centrali elettriche, cementifici, acciaierie, ecc...) stila un rapporto nel quale elenca i limiti emissivi che possono  essere ottenuti applicando le "Best Available Techniques" . Attenzione: ci stiamo riferendo alle "migliori tecniche disponibili" nel 2006!

Il rapporto per quanto riguarda le centrali elettriche si può scaricare qui: lcp_bref_0706.pdf

Nelle prime pagine c’è il riassunto dei limiti, che per gruppi a carbone con potenza maggiore di 300MW termici (i gruppi a carbone di Monfalcone superano questa taglia) sono :
pag. V : Polveri  20 mg/Nmc 
pag. VI : SOx 200 mg/Nmc 
pag. VII : NOx 200 mg/Nmc 
per impianti già in funzione.

Le BREF emanate dall' EIPPCB  nel 2006 sono state recepite dalla commissione Europea con la DIRETTIVA 2010-75-UE che si può scaricare a questo link: 2010-75-UE
La direttiva è entrata in vigore il 6 gennaio 2011. Doveva essere recepita dagli Stati Membri entro il 7 gennaio 2013
L’Italia come sempre è in ritardo e la recepisce con il Decreto Legislativo 4 marzo 2014 n. 46 (Eccolo qui: D.L. 4/03-14 ) che entra in vigore 11 aprile 2014. Da quella data i limiti sopra riportati sono legge anche nel nostro paese.

Nel frattempo nel 2009 il Ministero dell'Ambiente ha emesso la prima AIA (DSA-DEC-2009-0000229 24/03/2009) per la centrale di Monfalcone allora di proprietà EON, consentendo emissioni secondo la seguente tabella:

Parametro
VLE (mg/Nmc)
SO2
200/220*
NOx
500/550*
PMx
30
CO
150
* per il 97% di tutte le medie di 48h
(DSA-DEC-2009-0000229 pag. 29/47)

Come si vede se per l' SO2  il valore limite è quello delle BREF (ottenuto a fine 2008 grazie all'entrata in funzione dei desolforatori), per quanto riguarda NOx e PMx i limiti sono ben superiori a quelli l'EIPPCB considerava ottenibili nel 2006.

Con l'entrata in vigore della D.leg. 46 nel 2014 il Ministero dell'Ambiente emette una nuova AIA (DVA-00_2014-0012089 del 28/04/2014) e impone A2A nuovi limiti a cui adeguarsi entro il 01-01-2016:

Parametro
VLE (mg/Nmc)
SO2
200/220*
NOx
180**
PMx
20
CO
150
* per il 97% di tutte le medie di 48h
** valore limite su base giornaliera
(DVA-00_2014-0012089 pag.70)

Così è con l'entrata in funzione dei denitrificatori nel dicembre 2015.

Ecco quindi che a partire dal 2016 alla Centrale di Monfalcone sono imposti i limiti che l'EIPPCB riteneva ottenibili con le migliori tecnologie disponibili nel 2006!
In questi 10 anni la centrale ha abbondantemente inquinato nel pieno rispetto della legge e delle autorizzazioni ministeriali!

Ora: se le nuove BREF del 2017 introdurranno nuovi e più stringenti limiti è probabile che ad A2A non convenga fare ingenti investimenti per "aggiornare" un impianto in funzione dal 1965.
Ma con la premessa appena fatta non ci stupiremmo se l'applicazione dei nuovi limiti del 2017 venisse imposta a A2A nel 2027 o chissà quando...
Nel frattempo i nostri amministratori avranno una comoda foglia di fico per poter dire: "non è colpa nostra, è il parlamento che non ha ancora approvato la legge... è il ministero che non ha ancora modificato l'AIA... ecc..."

Per questo continuiamo a pensare che solo la mobilitazione dei cittadini e un intervento "politico" da parte delle autorità potranno fermare il carbone a Monfalcone in tempi brevi.

martedì 27 settembre 2016

Suggerimenti per i nostri amministratori pubblici...

Riteniamo utile segnalare ai nostri amministratori pubblici l'articolo di Roberto Meregalli, pubblicato sul sito www.energiafelice.it e scaricabile al seguente indirizzo:
http://www.energiafelice.it/wp-content/uploads/2016/09/Centrali-Enel-dismesse-2016.pdf

Nell'articolo si spiega come Enel, dopo l'annuncio nel 2015 della dismissione di ben 23 vecchie centrali elettriche, di cui varie alimentate a carbone, abbia approntato un piano per riutilizzare i siti degli impianti.
Per alcuni sono già pronti i progetti di riqualificazione, che sono descritti uno per uno per nell'articolo.

Non vorremmo mai che, seguendo l'italica tradizione, si attendesse la chiusura della centrale di Monfalcone per iniziare appena a pensare cosa fare dell'area (e dei lavoratori).

martedì 26 luglio 2016

A2A Energiefuture S.p.A: bad company, cavallo di Troia o vera svolta?

Apprendiamo dalla stampa che A2A ha ceduto la centrale di Monfalcone ad una nuova società creata ad hoc, A2A Energiefuture S.p.A, ragruppando tre centrali obsolete: Monfalcone, Brindisi Nord e San Filippo del Mela, queste ultime due precedentemente di Edipower S.p.A.
Questa novità è stata presentata in pompa magna dall'assessore regionale all’ Ambiente Vito, dal presidente della Provincia Gherghetta e dalla sindaca Altran come un passaggio verso la decarbonizzazione in attuazione del Piano Energetico Regionale.

Ma sarà veramente così?
La domanda sorge spontanea andando a vedere quali sono gli impianti che fanno parte della nuova società:

Brindisi Nord è una centrale entrata in funzione con 4 gruppi a carbone da 320MW costruiti a partire dal 1964. I gruppi 1 e 2 sono stati stati smantellati, e i rimanenti 2 sono fermi dal 2013 per inefficienza e problemi ambientali. Nel dicembre 2015 sono arrivate le lettere di trasferimento per gli ultimi lavoratori rimasti, il che mette una pietra tombale sull'impianto anche se sulla stampa brindisina si parla di una possibile riconversione della centrale in un inceneritore. Vedi: http://www.brindisireport.it/economia/ultimi-tentativi-dei-sindacati-a-Brindisi-per-evitare-smobilitazione-dei-lavoratori-Edipower.html

San Filippo del Mela (vicino Milazzo) è una centrale costruita nel 1971 con 4 gruppi a olio combustibile per un totale di 960MW.
Nel settembre 2015 Edipower presenta al Ministro dell'Ambiente la richiesta per trasformare due gruppi in altrettante caldaie per l'incenerimento di rifiuti (CSS). I cittadini rispondono con un referendum che vede la schiacciante vittoria del NO al progetto nel febbraio di quest'anno.
Vedi: http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/02/01/news/san_filippo_del_mela_alle_urne_dice_no_all_inceneritore-132468049/

Nello stesso sito è recentemente entrato un funzione un impianto solare termodinamico sperimentale. Si tratta solamente di 2MW termici, un'inezia, ma evidentemente utili per dare una "riverniciata di verde" alla centrale... 

Alla luce di questi fatti come valutare la cessione della centrale di Monfalcone a A2A Energiefuture? 

Non si tratta forse di una Bad Company dove far confluire impianti in via di smantellamento, e sulla quale far pesare i costi di dismissione, a meno che non si pensi alla tipica soluzione italica di far fallire la società e quindi far pagare alla collettività la bonifica dei siti?

Visto però che sia a Brindisi che a San Filippo del Mela si parla di riconversione degli impianti per l'incenerimento di rifiuti non ci stupirebbe nemmeno se la nuova società fosse solo un cavallo di Troia per proporre  una soluzione analoga anche per Monfalcone... una prospettiva agghiacciante! 

Attendiamo quindi con ansia che il futuro della centrale venga svelato pubblicamente e solo allora potremo dare un giudizio compiuto...

Qui sotto gli articoli apparsi su Il Piccolo in merito alla questione:


lunedì 11 luglio 2016

La nuvola scura sull'Europa

segnaliamo il recente rapporto della Health and Environment Alliance (Heal), Climate Action Network Europe (Can), Wwf e Sandbag, sugli effetti delle 280 centrali a carbone attualmente attive in Unione Europea.
Il rapporto (in inglese) può essere scaricato al seguente link: dark_cloud-full_report_final.pdf

Già da tempo gli studiosi stimano gli effetti delle centrali a carbone in termini di riduzione di anni di vita e ore di lavoro perse, per poi quantificare il danno economico creato. Il documento citato stima in 22900 le morti premature causate dalle centrali a carbone nel 2013 in EU, che si sommano a 11800 casi di bronchiti croniche e 21000 ricoveri ospedalieri. I costi per i sistemi sanitari sono stimati tra i 32.4 e i 62.3 miliardi di euro.

Nel report stilato dall'Università di Stoccarda nel 2013 "Estimating Health Risks caused by Emissions of Air Pollutants from Coal Fired Power Plants in Europe" ( vedi gpi_kohlestudie_technical_report.pdf ) si afferma che la centrale di Monfalcone è responsabile nel 2010 di 490 ‘years of life lost (YOLL)’ ("anni di vita persi" cioè dell'accorciamento della vita dell'insieme dei cittadini sui cui ricadono gli effetti dell'inquinamento ) , e 10330 'Work loss days (WLD)' (giorni di lavoro persi per malattie causate dall'inquinamento prodotto dalla centrale).

Questi numeri dovrebbero far riflettere chi afferma che la produzione di elettricità con il carbone è necessaria per avere un basso costo dell'energia: chi lo afferma non conteggia certo il costo umano ed economico pagato dall'insieme della società, ma evidentemente guarda solamente ai profitti delle aziende produttrici.






domenica 19 giugno 2016

E' ora che anche A2A prenda atto del "contesto" mutato...

Riportiamo l'articolo comparso su Il Piccolo domenica 19 giugno con la presa di posizione del comitato Stop Carbone Monfalcone in merito alla rinuncia al carbone di Tirreno Power


giovedì 9 giugno 2016

... notizie altrettanto buone da Vado Ligure...

Secondo quanto riportato dalla stampa nazionale Tirreno Power proprietaria della centrale con due gruppi a carbone (ora sotto sequestro) a Vado Ligure ha comunicato la definitiva rinuncia all'uso del carbone.

Ci pare particolarmente significativo un passaggio del comunicato stampa di Tirreno Power:
"A distanza di 27 mesi dal sequestro in cui sono venute progressivamente a mancare anche le infrastrutture logistiche indispensabili per l’esercizio dei gruppi alimentati a carbone, il contesto sociale è profondamente mutato: l’uscita dalla produzione a carbone di energia elettrica  è un obiettivo annunciato dal Governo, dalle istituzioni locali ed è anche nelle attese della popolazione."

Ci domandiamo quanto tempo quanto tempo ci vuole ancora prima che anche A2A prenda coscienza del "contesto profondamente mutato" anche a Monfalcone.

Al seguente link si può leggere l'articolo riguardante la decisione di Tirreno Power:
http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2016/06/06/ASMhec0C-tirreno_condizioni_mancano.shtml

martedì 7 giugno 2016

Buone notizie dalla Croazia

Circa due anni e mezzo fa abbiamo organizzato un dibattito internazionale intitolato "Per un alto Adriatico libero dal carbone". In quell'occasione abbiamo messo a confronto le esperienze dei comitati che lottavano contro la conversione a carbone della centrale di Porto Tolle e il raddoppio di quella di Plomin in Croazia. 
Qualche tempo dopo la vicenda di Porto Tolle si è conclusa con la condanna in primo grado dei massimi dirigenti ENEL e la chiusura della centrale.
Ora dalla Croazia ci giunge la notizia che il Governo ha definitivamente accantonato il progetto del raddoppio, decidendo di puntare piuttosto all'uso di fonti rinnovabili e gas naturale.
Evidentemente esistono ancora paesi capaci di prendere decisioni in materia di energia, al contrario del nostro che non è in grado di stilare un piano energetico nazionale e di fare delle scelte strategiche in questo campo. Una mancanza che va a tutto vantaggio dei profitti delle  compagnie produttrici e a scapito dell'ambiente e delle tasche dei cittadini.

Qui il link con il resoconto della  conferenza del dicembre 2013:
per-un-alto-adriatico-libero-dal_carbone

Qui invece l'articolo del 2 giugno 2016 sulla centrale di Plomin:


lunedì 30 maggio 2016

A2A ritiene i monfalconesi proprio fessi?

A vedere cosa è successo lunedì 23 maggio e le successive dichiarazioni si direbbe proprio di si.
Lunedì alle 17 circa una nuvola di denso fumo nero dall'odore acre si innalza dalle strutture della centrale (non esce dal camino) fino ad oscurarla dalla vista. I residenti del rione Enel allertano i pompieri, ma l'azienda dice che tutto è normale...
Il giorno successivo su il Piccolo A2A afferma che semplicemente aveva acceso un "secondo generatore"... poi difronte alle proteste rettifica e su il Piccolo del 28 maggio e parla di rottura di un tubo e fuoriuscita di vapore (che però non è di colore nero e non ha un odore acre...).
Dopo aver taciuto alla cittadinanza per oltre un anno sul rinnovo dell'AIA evidentemente A2A non ha perso il vizio di prendere in giro i cittadini di Monfalcone.

Di seguito 2 immagini del fumo forniteci dai residenti del rione Enel, e poi i due articoli pubblicati da Il Piccolo







mercoledì 18 maggio 2016

A2A spieghi qual'è il futuro della centrale

Riportiamo il comunicato stampa del Comitato Stop Carbone Monfalcone in merito alle recenti indiscrezioni sul progetto di utilizzo delle biomasse nelle centrale A2A.
In fondo l'articolo apparso su Il Piccolo il 18-05-2016

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Monfalcone, 11 maggio 2016
  
A2A spieghi qual'è il futuro della centrale


Nelle scorse settimane sui mezzi d'informazione sono continuate a filtrare dettagli sul progetto dei A2A di rimettere in funzione uno dei dismessi gruppi a olio della centrale di Monfalcone per alimentarlo a biomasse.
Le più recenti indiscrezioni indicano l'utilizzo di legno vergine proveniente esclusivamente dalla regione.

Si tratta di un ipotesi non meno sciagurata di quelle precedenti: “legno vergine” si traduce in alberi abbattuti appositamente, mentre sappiamo che l'utilizzo delle biomasse è ecologicamente sostenibile solo se vengono impiegati materiali quali scarti della lavorazione del legno o dell'attività agricola prodotti in loco.

Punto cruciale è poi la quantità di legno che si intende bruciare: per dare un'idea di cosa significa una centrale a biomasse a suo tempo Legambiente FVG aveva bocciato un progetto a Pontebba da circa 50 MWt, corrispondenti a circa 12 MWe, proprio perché avrebbe comportato importazione di cippato dall’estero, avendo bisogno di oltre 140.000 Tonnellate annue di biomassa, impossibile da reperire in Regione.

Ipotizzando simili quantità immediatamente si arriva alla conclusione che sarebbe necessario far confluire quotidianamente da tutta la regione decine di TIR verso la centrale di Monfalcone per rifornirla di legname. Un’ipotesi irricevibile.
Nelle osservazioni al Piano energetico Regionale (PER), per la parte biomasse, Legambiente evidenziava, in particolare, tre punti:

Le biomasse dovrebbero essere utilizzate a scopo termico più che elettrico;
L’uso elettrico è auspicabile solo se abbinato al recupero termico in maniera consistente, ad esempio in impianti operativi da ottobre a marzo;
Le biomasse legnose vanno sfruttate in piccoli impianti per produzione di calore, possibilmente in teleriscaldamento e, possibilmente, a km quasi ZERO;
Nessuno di questi sembra corrispondere alle indiscrezioni sul progetto di A2A rese pubbliche sulla stampa.

L’ubicazione stessa della centrale esclude in partenza che un impianto a biomasse ecologicamente sostenibile vi possa essere installato.

Insomma: crediamo che A2A debba gettare la maschera e presentare alla cittadinanza e alle istituzioni un progetto compiuto che definisca il futuro della centrale, un progetto che a nostro avviso non può prescindere della chiusura dei gruppi a carbone nel minor tempo possibile.

In assenza di un tale progetto ogni ipotesi o commento, come quelli che sono venuti dai vertici dell’amministrazione regionale senza nemmeno coinvolgere i cittadini e le istituzioni locali, rischiano di essere solo aria fritta.


Comitato Stop Carbone Monfalcone



martedì 17 maggio 2016

Segnaliamo: numero monografico sul carbone di Medicina Democratica

Riteniamo utile segnalare il numero 222-224 della rivista Medicina Democratica interamente dedicato al carbone. La mole di dati ed interventi è davvero impressionante.

Il documento in pdf è scaricabile al seguente link:
MD_222-224_luglio-dicembre_2015

Di seguito riportiamo il sommario:


DOSSIER
Carbone. Se lo conosci lo combatti (e lo eviti)
a cura della Redazione di “Medicina Democratica” pag.27

Impatto ambientale e socio-sanitario del carbone in Italia
di Daniela PATRUCCO pag.31

Produzione e consumo di energia in Italia e in Europa, ruolo del carbone
di Marco CALDIROLI pag.46

La Riviera del Carbone
di Giovanni BORRELLO pag.49

Vado Ligure e le altre. L’applicazione della direttiva sulla prevenzione e riduzione integrata dall’inquinamento in Italia
di Marco CALDIROLI pag.58

Epidemiologia eziologica, sorveglianza sanitaria e prevenzione
di Piergiorgio DUCA pag.66

I medici in prima linea a salvaguardia dell’ambiente
di Ugo TRUCCO pag.75

Perché dire stop al carbone?
a cura della Rete savonese fermiamo il carbone pag.77

Uniti per la salute. Quando i cittadini si battono per la tutela dei loro diritti nel solco dell’articolo 32 della Costituzione
a cura del Collettivo Uniti per la Salute pag.80

Intervista all’Avvocato Roberto Suffia
a cura di Maurizio LOSCHI pag.85

Intervista all’Avv. Matteo Ceruti del Foro di Rovigo
a cura di Maurizio LOSCHI pag.87

Analisi metodologica sulla consulenza dell’ILVA di Taranto
di Annibale BIGGERI e Piergiorgio DUCA 89

L’ordinanza di sequestro del 11.03.2014
di Marco CALDIROLI e Maurizio LOSCHI pag.95

Atto pubblico di costituzione del Comitato Tecnico Scientifico di Savona (CTSS)
a cura della Redazione di “Medicina Democratica” pag.102

Lettera aperta ai Medici di Base della provincia di Savona
di Dario MIEDICO e Maurizio LOSCHI pag.105

Sostituire ai freddi numeri le persone e i loro drammi (e Modulo per la raccolta dei dati)
di Dario MIEDICO pag.106

Legalizzare l'illegalità per salvare imprenditori e crimine organizzato
di Ferdinando IMPOSIMATO pag.110

All’ombra delle ciminiere – 40 anni di carbone e tumori a Savona
a cura della Redazione di “Medicina Democratica” pag.112

Carbone o morte
di Eraldo MATTAROCCI pag.113

Attivismo ambientale, scienza e diritto: tra negazionismo, criminalizzazione e censura
di Enzo FERRARA e Daniela PATRUCCO pag.115

L’energia cooperativa: un nuovo modello per la sovranità energetica
di Marco MARIANO pag.125

Intervista a Stefano Milano, Libreria UBIK
a cura di Maurizio LOSCHI pag.126

Respinto il tentativo della Tirreno Power di bloccare le lotte con le denunce
a cura della Redazione di “Medicina Democratica” pag.128

Il futuro è nelle energie rinnovabili
di Giorgio FORTI pag.129

mercoledì 20 aprile 2016

Qualche dato sulla montagna di CO2 che esce dal camino della Centrale A2A di Monfalcone

Arpa FVG nel “RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE 2015” stima le emissioni totali CO2 in regione nel 2015 in  11,8 milioni di tonnellate (grafico a pag.29).

La Dichiarazione Ambientale pubblicata da A2A sul sui sito (ultima disponibile relativa al 2014) certifica che la centrale di Monfalcone ha emesso 1,78 milioni di tonnellate di CO2 nel 2014 (tabella pag. 62).

Questo dato è quindi circa il 15% del totale regionale.

Per avere un termine di paragone un automobile un po’ vecchiotta che emette 200 g di CO2/Km (una moderna utilitaria EURO6 emette meno di 130g di CO2/Km) nella sua percorrenza media di 12.000Km annui (fonte alvolante.it_percorrenza_media_annuale_auto_italia-206781044)  emette 2,4 Tonnellate di CO2 all’anno. Questo significa che la centrale di Monfalcone ha emesso nel 2014 altrettanta CO2 che 741.666 automobili. Questa cifra equivale all'incirca all'intero parco di autoveicoli circolanti in FVG nel 2014. (vedi http://www.comuni-italiani.it/statistiche/veicoli.html).

Spegnere la centrale di Monfalcone equivale quindi, in termini di emissioni di CO2, a eliminare tutte le automobili circolanti in FVG.

Questo dato eclatante deriva dalla proprietà del carbone di essere il combustibile che emette più CO2 di qualunque altro una volta bruciato.

La già citata Dichiarazione Ambientale nella tabella di pag. 63 mostra che la centrale di Monfalcone ha emesso nel 2014  964g di CO2 per ogni KWh prodotto.(attenzione nella tabella c’è pure un errore: viene riportato il dato di 0.964T/GWh . Dividendo però il dato della CO2 totale emessa 1776 Tx103 (pag. 62) con l’elettricità netta prodotta (tabella pag 61) 1842GWh si ottengono 0.964T x103/GWh . Hoops! A2A ha sbagliato di 1000 volte il suo dato )

Per fare un paragone la Dichiarazione Ambientale della centrale a Turbogas di Torviscosa (un impianto con potenza installata più che doppia rispetto a Monfalcone) mostra che quella centrale ha emesso nel 2013 359g di CO2 per ogni KWh prodotto (pag. 11). Una moderna centrale a gas quindi per produrre la stessa quantità d’energia emetterebbe solamente il 37% della CO2 emessa dalla obsoleta centrale di Monfalcone.

Usare il gas per produrre l’elettricità prodotta annualmente dalla centrale A2A permetterebbe quindi di eliminare l’emissione di oltre 1,12 milioni di tonnellate di CO2 (il 63% di 1,78 milioni di tonnellate). Circa il 10% della produzione annuale di tutta la Regione FVG.

Ma A2A ha sempre sostenuto che il carbone è l’unico modo economicamente sostenibile per produrre l’elettricità. Il GAS ha costi nettamente superiori, per non parlare delle fonti rinnovabili. Siamo sicuri che sia così?

Il prestigioso Fraunhofer Institute ha pubblicato uno studio : “LEVELIZED COST OF ELECTRICITY RENEWABLE ENERGY TECHNOLOGIES STUDY” che compara i costi di produzione dell’elettricità nel novembre 2013. I risultati sono riassunti nel grafico (tratto da pag. 16) e nella tabella sottostante (tradotta in italiano):




German LCOE in €/MWh (2013)
Tecnologia
Costo min
Costo max
Centrale a lignite
38
53
Centrale a carbone minerale
63
80
Centrale a GAS a ciclo combinato
75
98
Eolico a terra
45
107
Eolico in mare
119
194
Fotovoltaico
78
142
Centrale a biogas
135
250
Source: Fraunhofer Institute- Levelized cost of electricity renewable energy technologies[37]

Come si vede il costo di produzione livelizzato (LCOE) per una centrale a carbone minerale come quella di Monfalcone va da 63 a 80€/MWh (e si può supporre che l’obsoleta centrale A2A abbiamo un costo di produzione nella parte alta della forbice).

Già nel 2013 il costo di produzione ci una efficiente centrale a GAS, ma anche degli impianti eolici e persino dei migliori fotovoltaici era inferiore agli 80€/MWh, e quindi del tutto paragonabile a quelli di una pessima centrale a carbone.


Un motivo in più per spegnere subito la centrale A2A di Monfalcone.