IL SONDAGGIO: - Carbone come combustibile?

martedì 26 luglio 2016

A2A Energiefuture S.p.A: bad company, cavallo di Troia o vera svolta?

Apprendiamo dalla stampa che A2A ha ceduto la centrale di Monfalcone ad una nuova società creata ad hoc, A2A Energiefuture S.p.A, ragruppando tre centrali obsolete: Monfalcone, Brindisi Nord e San Filippo del Mela, queste ultime due precedentemente di Edipower S.p.A.
Questa novità è stata presentata in pompa magna dall'assessore regionale all’ Ambiente Vito, dal presidente della Provincia Gherghetta e dalla sindaca Altran come un passaggio verso la decarbonizzazione in attuazione del Piano Energetico Regionale.

Ma sarà veramente così?
La domanda sorge spontanea andando a vedere quali sono gli impianti che fanno parte della nuova società:

Brindisi Nord è una centrale entrata in funzione con 4 gruppi a carbone da 320MW costruiti a partire dal 1964. I gruppi 1 e 2 sono stati stati smantellati, e i rimanenti 2 sono fermi dal 2013 per inefficienza e problemi ambientali. Nel dicembre 2015 sono arrivate le lettere di trasferimento per gli ultimi lavoratori rimasti, il che mette una pietra tombale sull'impianto anche se sulla stampa brindisina si parla di una possibile riconversione della centrale in un inceneritore. Vedi: http://www.brindisireport.it/economia/ultimi-tentativi-dei-sindacati-a-Brindisi-per-evitare-smobilitazione-dei-lavoratori-Edipower.html

San Filippo del Mela (vicino Milazzo) è una centrale costruita nel 1971 con 4 gruppi a olio combustibile per un totale di 960MW.
Nel settembre 2015 Edipower presenta al Ministro dell'Ambiente la richiesta per trasformare due gruppi in altrettante caldaie per l'incenerimento di rifiuti (CSS). I cittadini rispondono con un referendum che vede la schiacciante vittoria del NO al progetto nel febbraio di quest'anno.
Vedi: http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/02/01/news/san_filippo_del_mela_alle_urne_dice_no_all_inceneritore-132468049/

Nello stesso sito è recentemente entrato un funzione un impianto solare termodinamico sperimentale. Si tratta solamente di 2MW termici, un'inezia, ma evidentemente utili per dare una "riverniciata di verde" alla centrale... 

Alla luce di questi fatti come valutare la cessione della centrale di Monfalcone a A2A Energiefuture? 

Non si tratta forse di una Bad Company dove far confluire impianti in via di smantellamento, e sulla quale far pesare i costi di dismissione, a meno che non si pensi alla tipica soluzione italica di far fallire la società e quindi far pagare alla collettività la bonifica dei siti?

Visto però che sia a Brindisi che a San Filippo del Mela si parla di riconversione degli impianti per l'incenerimento di rifiuti non ci stupirebbe nemmeno se la nuova società fosse solo un cavallo di Troia per proporre  una soluzione analoga anche per Monfalcone... una prospettiva agghiacciante! 

Attendiamo quindi con ansia che il futuro della centrale venga svelato pubblicamente e solo allora potremo dare un giudizio compiuto...

Qui sotto gli articoli apparsi su Il Piccolo in merito alla questione:


lunedì 11 luglio 2016

La nuvola scura sull'Europa

segnaliamo il recente rapporto della Health and Environment Alliance (Heal), Climate Action Network Europe (Can), Wwf e Sandbag, sugli effetti delle 280 centrali a carbone attualmente attive in Unione Europea.
Il rapporto (in inglese) può essere scaricato al seguente link: dark_cloud-full_report_final.pdf

Già da tempo gli studiosi stimano gli effetti delle centrali a carbone in termini di riduzione di anni di vita e ore di lavoro perse, per poi quantificare il danno economico creato. Il documento citato stima in 22900 le morti premature causate dalle centrali a carbone nel 2013 in EU, che si sommano a 11800 casi di bronchiti croniche e 21000 ricoveri ospedalieri. I costi per i sistemi sanitari sono stimati tra i 32.4 e i 62.3 miliardi di euro.

Nel report stilato dall'Università di Stoccarda nel 2013 "Estimating Health Risks caused by Emissions of Air Pollutants from Coal Fired Power Plants in Europe" ( vedi gpi_kohlestudie_technical_report.pdf ) si afferma che la centrale di Monfalcone è responsabile nel 2010 di 490 ‘years of life lost (YOLL)’ ("anni di vita persi" cioè dell'accorciamento della vita dell'insieme dei cittadini sui cui ricadono gli effetti dell'inquinamento ) , e 10330 'Work loss days (WLD)' (giorni di lavoro persi per malattie causate dall'inquinamento prodotto dalla centrale).

Questi numeri dovrebbero far riflettere chi afferma che la produzione di elettricità con il carbone è necessaria per avere un basso costo dell'energia: chi lo afferma non conteggia certo il costo umano ed economico pagato dall'insieme della società, ma evidentemente guarda solamente ai profitti delle aziende produttrici.