La campagna pubblicitaria scatenata da A2A per convincerci che la centrale di Monfalcone non inquina ha prodotto una ridda di numeri e commenti sugli stessi che ha reso difficile comprendere quello che sta veramente accadendo nel nostro territorio.
Non siamo presuntuosi, possiamo anche sbagliare, ma a partire dai numeri vorremmo tentare di fare un po’ di chiarezza.
Per questo ci siamo posti alcune domande:
1) Il carbone è l’unico combustibile fossile conveniente per la produzione elettrica in Italia, e quindi l’unico possibile?
Una elaborazione di questi dati permette di arrivare ai seguenti grafici:
Da questi si evince che dal 1999 in poi il combustibile più usato nella produzione elettrica in Italia è il Gas naturale.
La quantità di energia prodotta con il gas è in calo dal 2008 in poi (seguendo l’andamento generale della diminuzione del consumo di energia a causa della crisi), mentre continua a crescere le percentuale del carbone e dalle fonti rinnovabili.
In ogni caso ancora nel 2012 il 44% dell’elettricità prodotta in Italia derivava dal Gas naturale e, presupponendo che le aziende elettriche (ormai società private) non lavorino in perdita o facciano beneficenza in assenza di profitti, questo dimostra che la produzione elettrica con il Gas è possibile nel nostro paese.
Che poi il carbone sia economicamente più conveniente, questo è certamente vero, ma dobbiamo domandarci quali sono i costi sociali e ambientali pagati dalla collettività per il suo utilizzo, mentre alle aziende private vanno i relativi profitti.
2) Quanto carbone viene bruciato dalla centrale di Monfalcone?
L’ultimo dato fornito si riferisce al 2011, ed è di 360.000 Tonnellate Equivalenti Petrolio (tep) bruciate in un anno.
Questo ci aveva indotto a fornire un dato sbagliato nel consumo di carbone in un nostro precedente articolo.
3) Quanti inquinanti emette la centrale di Monfalcone?
Ancora una volta siamo in assenza di fonti indipendenti e ci riferiamo alla “Dichiarazione Ambientale 2010 Aggiornamento al 31/12/2011” di A2A:
Il dato più rilevante è certamente quello delle 47 Tonnellate di PM10 emesse nel 2011.
A2A afferma che i valori delle concentrazione di inquinanti emessi al camino vengono monitorati e rispettano i limiti di legge.
Quello che è certo è che gli inquinanti emessi (anche quelli qui non riportati, come i metalli pesanti e le diossine) si accumulano nel territorio circostante la centrale, attiva ormai da 50 anni.
4) La brochure di A2A recapitata in tutte le case è attendibile?
Quella brochure l’abbiamo letta e riletta, e un dato (che A2A attribuisce all’ARPA FVG) ci pare del tutto inverosimile:
Tra le polveri sottili (PM10) presenti nell’area di Monfalcone, solo lo 0.26% viene emesso dalla centrale!
Questo dato fa a pugni con quello dichiarato dalla stessa A2A di 47 tonnellate/annue di PM10 emesse.
Infatti se così fosse poichè 47T corrispondono a 0.0026, con una semplice proporzione di ottiene che nell’area di Monfalcone vengono emesse oltre 18.000 tonnellate di PM10 ogni anno, una cifra enormemente alta.
Per continuare con i paragoni poichè dal grafico pubblicato da A2A la combustione della legna nell’area di Monfalcone emette 92 volte (24/0.26) le polveri emesse dalla centrale, tenuto conto dell’emissione di PM10 delle stufe a legna di 250 [g/GJ] (valore intermedio tra caminetto 500[g/GJ] e stufa pellet 50[g/GJ]), e del potere calorifico ponderale medio del legno 18.5 [MJ/Kg], si arriverebbe a calcolare che a Monfalcone si bruciano ogni anno 1 miliardo di tonnellate di lega da ardere!
I nostri tentativi di rintracciare sul sito dell’ARPA FVG i dati citati da A2A sono stati infruttuosi.
Il documento del 30 giugno 2013 citato, è reperibile all’indirizzo:
ma non fa accenno a questo 0.26% di PM10.
Fino a prova contraria il nostro dubbio rimane...
COMITATO NO CARBONE ISONTINO