IL SONDAGGIO: - Carbone come combustibile?

martedì 29 marzo 2016

Per la Serracchiani a Monfalcone oltre al carbone anche le biomasse...

Riportiamo il  comunicato stampa del Comitato Stop Carbone a Monfalcone a seguito dell'incontro tra la governatrice Serracchiani e i vertici di A2A, e di seguito l'articolo pubblicato da Il Piccolo.
Qui sotto invece il link al comunicato ufficiale sull'incontro:

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Monfalcone 28/03/2015
Comunicato Stampa

Esprimiamo il nostro sconcerto per gli esiti dell’incontro tra la Presidente Serracchiani e i vertici di A2A in merito al futuro della centrale di Monfalcone.

Da quanto riportato dalla stampa pare che A2A abbia ribadito la volontà di mantenere in funzione i gruppi a carbone fino al 2025, senza riscontrare una netta opposizione da parte della governatrice. Vorremo ricordare che il Piano Energetico Regionale (PER) approvato nell'estate 2015, e del quale l’amministrazione regionale si è più volte fatta vanto, prevede di “superare l’utilizzo del carbone per la centrale termoelettrica di Monfalcone e promuovere per la stessa uno scenario di transizione, attraverso l’utilizzo del gas e/o di Fonti Energetiche Rinnovabili, al fine di ridurne gli impatti”. Ci pare evidente che continuare a produrre con il carbone fino al 2025 sia in contrasto con l’attuazione in tempi ragionevoli del PER. Inoltre ci saremo aspettati ben altre “pressioni” da parte della Serracchiani su A2A che è un azienda il cui pacchetto azionario di maggioranza è detenuto dai comuni di Milano e Brescia, amministrazioni sulle quali la nostra governatrice può sicuramente vantare una certa influenza.

Ma ancora maggiore preoccupazione desta la notizia emersa durante l’incontro della volontà da parte di A2A di sostituire uno dei due gruppi a olio combustibile nel frattempo dismessi con uno nuovo alimentato tramite biomasse.

Va infatti chiarito che le centrali a biomasse rispetto a quelle alimentate con combustibili fossili sono migliorative in termini di emissione di gas serra se di piccola taglia e inserite in contesti quali ad esempio quelli agricoli o montano-forestali che permettono un approvvigionamento del combustibile a “filiera corta”. Non è certo questo il caso dell’impianto di Monfalcone . Inoltre le centrali a biomasse come tutte quelle in cui si bruciano combustibili (in particolare quelli solidi) non sono affatto prive di impatti in termini di emissioni nocive per la salute umana.

Affiancare quindi  un impianto di combustione a biomasse ai gruppi a carbone nel contesto urbano di Monfalcone andrebbe sciaguratamente a sommare i suoi effetti a quelli che già da cinquant’anni subiscono i cittadini per la presenza della centrale.

Paventare l’autorizzazione da parte della Regione di un simile nuovo impianto senza coinvolgere l’amministrazione e i cittadini di Monfalcone con una confronto pubblico ci sembra di estrema gravità.
Chiediamo quindi con forza alle amministrazioni del territorio di attivarsi per tutelare i residenti nei confronti di un atto di prevaricazione  e bloccare il processo autorizzativo sino a quando non si sia conclusa una riflessione pubblica e complessiva sul futuro della centrale che a nostro avviso non può prescindere dallo stop in tempi brevi all'uso del carbone.

Distinti Saluti
Comitato Stop Carbone Monfalcone
(Legambiente Monfalcone, Comitato NO Carbone Isontino, Associazione Comitato Rione Enel)
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