IL SONDAGGIO: - Carbone come combustibile?

lunedì 27 maggio 2013

CARBONE: UNA SCELTA DEL PASSATO


di Dario Antonaz

Negli ultimi anni si torna a parlare del carbone come fonte energetica capace di assicurare al nostro paese energia elettrica abbondante e a basso prezzo. A2A ha sposato questa teoria tanto da voler “rinnovare” la centrale di Monfalcone costruendo un nuovo gruppo da 340MW alimentato a carbone. A nostro avviso si tratta di una scelta inattuale e controproducente. Vediamone i perché:

1) Il carbone è il combustibile fossile che per primo è stato sfruttato su larga scala dall'uomo, nel corso della rivoluzione industriale che ha avuto l'Europa come epicentro nel 19° secolo.
Da allora le riserve europee sono andate via via esaurendosi ed oggi la UE importa 210 milioni di tonnellate di carbone all'anno. Anche l'Italia ne importa 19MT annue, poiché quello estratto dalle miniere sarde ha un contenuto di zolfo così alto da renderlo utilizzabile solo in applicazioni molto specifiche.
L'uso del carbone quindi
non assicura l'indipendenza energetica del nostro paese e il suo prezzo è comunque dettato dall'andamento del mercato mondiale. Nulla assicura che il basso prezzo odierno del carbone si manterrà tale anche nei prossimi anni. Al contrario l'Italia per la sua posizione geografica avrebbe la possibilità di sfruttare molto di più di quanto non faccia l'energia solare senza dipendere dall'estero.

2) Il carbone è il combustibile fossile  (gli altri sono petrolio e gas naturale) più inquinante in assoluto. Anche adottando le migliori tecnologie disponibili la sua natura solida ne rende “complicata” la combustione e questo penalizza il rendimento termico aumentando ancora di più le le emissioni inquinanti a parità di energia elettrica prodotta.
In particolare la combustione del carbone produce una elevata quantità di polveri (oltre 70 volte quella prodotta dal GAS naturale ad esempio) tanto che persino la brochure pubblicitaria illustrata da A2A per il progetto del nuovo impianto a pag. 13 riporta il dato di emissione di 140 tonnellate/anno.
Inoltre nel carbone sono sempre presenti delle impurità quali: composti organici (benzopirene, diossine, benzene), microinquinanti inorganici (Cadmio, Cromo, Nickel, Piombo, Mercurio, Arsenico, Vanadio, Silicio) e  isotopi radioattivi naturali. Questi elementi vengono rilasciati nell'atmosfera a seguito della combustione e si accumulano nel terreno e nel fondale marino, con il rischio di raggiungere concentrazioni dannose.
Uno specifico studio commissionato dalla UE (EXTERNE, 2005) dimostra come l'uso del carbone determina dei costi sanitari molto alti che renderebbero molto meno conveniente questo combustibile se sommati al suo basso costo di approvvigionamento. Peccato che i costi sanitari siano pagati dalla collettività mentre i profitti delle compagnie elettriche rimangano privati.

3) Il carbone per la sua natura chimica è il combustibile che produce la maggior quantità di Anidride Carbonica (CO2) a parità di energia termica. Nel 2011 con il carbone è stato prodotto il 12,9% dell'elettricità in Italia, ma questo ha contribuito per oltre il 30% delle emissioni nazionali di CO2.
Come noto la CO2 è il principale gas serra al quale sono imputati gli ormai evidenti cambiamenti climatici a livello globale. Sono ormai innumerevoli gli studi che hanno dimostrato come ineluttabile la necessità di ridurre  le emissioni di questo gas per evitare sconvolgimenti tali da avere un impatto anche in termini economici oltre che sociali devastante già nei prossimi decenni (innalzamento dei livello del mare di vari metri, aumento dei fenomeni atmosferici estremi).
L'Unione Europea nel 2011 ha proposto una road map, recentemente recepita a livello legislativo anche dall'Italia, che prevede la riduzione del 25% delle emissioni di CO2 entro il 2020 per arrivare all'80% in meno entro il 2050 (rispetto all'anno 1990). Visto il notevole contributo che il carbone da a queste emissioni è inevitabile pensare che il suo uso verrà disincentivato. La Danimarca prevede di dismettere completamente il carbone per la produzione elettrica già nel 2030, mentre la Germania prevede di ridurne l'uso dell'85% per quella data.
Risulta quindi inevitabile che anche l'Italia si adegui a questo processo, rendendo impianti come quello progettato da A2A obsoleti solo pochi anni dopo la loro entrata in funzione, con il conseguente spreco dell'investimento finanziario, nonché una problematica occupazionale già oggi facilmente prevedibile.
ANCHE PER QUESTO DICIAMO NO AL CARBONE! !
NO AL PROGETTO A2A !
Info: www.nocarbone.blogspot.it ::: nocarbone.isontino@gmail.it 

allegato: volantino informativo

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