IL SONDAGGIO: - Carbone come combustibile?

martedì 15 ottobre 2013

Il Consiglio: no a un futuro a carbone - 27 settembre 2013



Espresso però parere favorevole al progetto per abbattere le emissioni di ossido di azoto derivanti dalla combustione
Sara Vito: «Regione attenta al piano di A2A»
GIORGIA polli (pd) È nostro dovere riflettere e interrogare l’azienda perché faccia chiarezza sui progetti relativi all’impianto termoelettrico
giuseppe nicoli (pdl) Dire sì a questo progetto è come dire sì al mantenimento di un polo energetico e non a una crescita basata su logistica e trasporti

Sulla questione A2A interviene anche l’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito: «La centrale di Monfalcone - afferma - è tra le questioni cui la nuova giunta regionale sta dando particolare attenzione. E non da ora. Ricordo che già ai primi di giugno sono stata a Monfalcone per uno tra i primi sopralluoghi fatti sul territorio regionale. Assieme alla vicepresidente della Provincia Mara Cernic e al sindaco Silvia Altran mi sono recata nel rione Enel e poco dopo ho incontrato A2A, dimostrando che questa amministrazione vuole essere al fianco di Comune e Provincia nell’interlocuzione con l’azienda. La posizione della Regione è chiara, come ho avuto occasione di dire anche in Consiglio regionale il 31 luglio in risposta a un’interrogazione. Abbiamo già espresso contrarietà all’ipotesi di bruciare rifiuti nel sito e abbiamo deciso di dare avvio a un’indagine epidemiologica, finora mai avviata, che coinvolgerà non solo la Direzione regionale all’Ambiente, ma anche quella della Sanità e l’Arpa, che sarà sempre più il nostro supporto tecnico quale soggetto terzo. Stiamo inoltre valutando il progetto di installazione del Denox con il personale del servizio Via, che rappresentano l’amministrazione regionale al tavolo di Roma dove porteremo tutte le osservazioni più opportune. Prima della presentazione ufficiale di un qualsiasi nuovo progetto ci sarà un nuovo incontro con A2A». di Laura Blasich Il Pd e il resto del centrosinistra presente in aula hanno pronunciato un “no” netto a un futuro a carbone della centrale. Nello stesso tempo, però, assenti Rc e IdV, ma con il voto di Luigi Blasig di “Cambiamo” e Ciro Del Pizzo del Pdl, la maggioranza ha dato parere favorevole, nell’ambito della Via aperta al ministero dell’Ambiente, al progetto preliminare di A2A per la realizzazione degli impianti di abbattimento degli ossidi di azoto prodotti dai due gruppi a carbone esistenti. L’intervento di ambientalizzazione era ed è previsto dall’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) in scadenza nel 2017, ma, proprio in base all’Aia, andava realizzato entro marzo del 2014. I Denox, stando alla società, saranno invece completati entro fine 2015, in tempo per rispettare la direttiva Ue in materia di emissioni, portando quelle di NOx da 500 a 200 microgrammi per metro cubo, ma magari pure tentare di prolungare la vita delle due sezioni oltre il 2017, nonostante i loro quasi 50 anni di servizio. Nell’emendamento con cui il centrosinistra ha cercato di recepire quello della consigliere di “Obiettivo” Anna Cisint, schierata per una posizione chiara contro l’uso del carbone, si evidenzia quindi anche la contrarietà alla conduzione di impianti industriali che non rispettino le prescrizioni dell’Aia e quanto previsto dalla normativa europea 2010/75/Ue. Il nodo della tempistica della costruzione dei Denox non è stato ritenuto affatto secondario, come emerso in modo trasversale in aula, perché collegato agli interrogativi, ancora tutti aperti, sul futuro complessivo dell’impianto. «L’operazione Denox pare fatta apposta - ha detto Cisint - per permettere alla società di valorizzare l’impianto e poi cederlo a terzi, magari un gruppo straniero». La capogruppo del Pd Giorgia Polli si è chiesta in aula se un investimento di questo tipo, pare attorno ai 25 milioni di euro, significhi forse sia stato accantonato il progetto di ammodernamento presentato solo qualche mese fa al Consiglio comunale. «Credo quindi sia nostro dovere riflettere e interrogare l’azienda, affinché faccia chiarezza sui progetti per il futuro dell’impianto», ha aggiunto. Per immaginare un futuro senza carbone, considerato una “minaccia”, è necessaria però, ha proseguito, una strategia nazionale. Secondo Polli, ma anche Elisa Di Ilio di “Responsabilmente” e la presidente della commissione Salute Marina Turazza, nello stesso tempo non si poteva non esprimersi in modo favorevole su un intervento migliorativo e atteso da tempo. «Non è vero, perché dire sì a questo progetto è come dire sì al mantenimento di un polo energetico a Monfalcone e non a una crescita basata su logistica e trasporti», ha ribattuto il capogruppo Pdl Giuseppe Nicoli, accusando l’amministrazione di non avere una visione strategica di sviluppo. Nicoli e Mosetti (Pdl) hanno votato contro, come pure Giovanni Iacono di Sel, che aveva chiesto di «fare un’opposizione dura nei confronti di una società dimostratasi inaffidabile». Federico Razzini della Ln, che non ha partecipato al voto con il collega Sergio Pacor e Cisint, ha invece pungolato l’amministrazione «a dimostrare di non essere appiattita su A2A: se si vuole il gas, allora ci si attivi per sondare la possibilità di collocare a Monfalcone il rigassificatore bocciato altrove». La maggioranza, però, ha detto “no” non solo al carbone, ma anche ad altre fonti fossili. Il parere è stato corredato da prescrizioni e richieste di integrazioni. A iniziare dall’indicazione della stima dei costi e del cronoprogramma dei lavori. Sono stati valutati tutti gli impatti in fase di cantiere e di esercizio, soprattutto rispetto all’utilizzo dell’ammoniaca come “abbattitore” degli ossidi di azoto. Nel parere si chiede un monitoraggio delle emissioni e anche, dopo l’emendamento, uno studio sulla dispersione degli inquinanti a fronte dell’uso di ammoniaca. Lo stesso studio dovrà stabilire l’adeguatezza dell’altezza del camino secondo quanto previsto dall’Ue, problema sollevato da Cisint. 
Laura Blasich

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