IL SONDAGGIO: - Carbone come combustibile?

martedì 15 ottobre 2013

ODG povincia di Gorizia - proponente Fabio Delbello

INDIRIZZO POLITICO FONDAMENTALE SUGLI INSEDIAMENTI A RISCHIO AMBIENTALE NEL BASSO ISONTINO E NEL MONFALCONESE.
ESCLUSIONE DELLA COMBUSTIONE DEL CARBONE E DEI RIFIUTI NELLA CENTRALE TERMOELETTRICA DI MONFALCONE


Punto 11,5 del  Programma della coalizione della Candidata Presidente della Regione Debora Serracchiani Torniamo ad essere speciali – Elezioni del Presidente e del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia – 21/22 aprile 2013


Ottimizzare il parco centrali: ciò al fine di limitare l’uso del carbone e puntare sul gas come combustibile di transizione, anche al fine di rispondere positivamente all’obiettivo europeo 20.20.20 e alle ipotesi di carbon tax.

Riconvertire la centrale termoelettrica di Monfalcone: vi è la necessità di operare una riconversione della centrale per ridurne l’impatto ambientale con interventi sulle emissioni, il rumore e il trasporto dei materiali: la Regione con il Comune di Monfalcone renderà efficace l’attività del tavolo tecnico, già aperto con i diversi soggetti interessati al fine di individuare la soluzione miglore per l’ambiente e l’economia del territorio anzitutto attraverso la redazione del PER e non lasciando da sole le Amministrazioni locali nell’interlocuzione con A2A.


A Monfalcone non ci interessa di tornare ad essere speciali, ci basterebbe essere…. normali !




Introduzione: uno spartiacque epocale nella politica economica del Basso Isontino e del Monfalconese
Il Litorale monfalconese e del Basso Isontino è stato storicamente interessato da modalità produttive impattanti (utilizzo dell’amianto) e da insediamenti energetici altrettanto impattanti (non esiste in alcun luogo in Italia e probabilmente in Europa una centrale a carbone dentro il perimetro urbano); il Territorio del Basso Isontino e del Golfo inoltre è stato interessato ripetutamente da piani energetici  elaborati al di fuori di ogni coinvolgimento democratico e della partecipazione delle comunità locali (fatta eccezione per il referendum sul Terminale Snam),  prefigurando la realizzazione di impianti impattanti nel settore energetico, ad esempio la centrale nucleare al Lisert, elettrodotti, oleodotti sul Carso, degassificatori in mezzo al Golfo di fronte a Grado, la Tav devastante il Carso e la Città di Monfalcone, la riconversione della Centrale a carbone, tali da determinare rischi per la salute anche per l’invasività rispetto al carico antropico esistente e la ristrettezza di questo Territorio collocato nell’Angolo più settentrionale dell’Adriatico.  Il tutto in contrasto con le indicazioni delle Associazioni ambientali e civiche (tra queste il WWF, Legambiente, l’Associazione rione Enel ed i Comitati di rione)  e della Tutela della salute (ad esempio la Lilt/Lega Italiana per la lotta contro i tumori). E’ perciò indispensabile che il Consiglio provinciale, massima espressione rappresentativa e democratica del Territorio Isontino, assuma su questi temi una posizione chiara e definitiva nella lunga durata temporale, tale da configurare  un paradigma di riferimento per tutti gli altri Enti locali municipali: la finalità è quella di realizzare uno spartiacque tra metodi e forme di intervento invasivi e nocivi propri della storia economica locale del Novecento e dei primi anni Duemila  (che trovano nell’amianto e nel carbone i due emblemi materiali carichi di drammaticità) e nuove modalità innovative di gestione del Territorio secondo un modello di sviluppo poggiante sull’Economia del Mare, il Manifatturiero sostenibile e la Logistica ecocompatibile, sulla realizzazione di una filiera tra mondo della produzione e mondo della formazione, nonché sullo sviluppo del Commercio correlato alla valorizzazione dei Beni paesaggistici (Carso/Mare con il Litorale) e culturali nonché all’implementazione del già poderoso Spazio Culturale Polifunzionale Monfalconese (il Pentagono della Cultura).
In  tale scenario, nonostante il provvisorio ritiro da parte di A2A del progetto di riconversione a carbone, vanno immediatamente scritti con un atto ufficiale (come questa delibera consiliare) dei punti fermi validi per i prossimi 40-50 anni, realizzando così la funzione strategica (e di lungo periodo) che deve essere propria delle Assemblee elettive (mentre le Giunte esecutive operano sul breve periodo con un taglio prevalentemente tattico).
Premessa numero uno: la  nomina giuntale della Commissione tecnico-scientifica per uno studio sulle ipotesi di riconversione della centrale termoelettrica di Monfalcone
Rilevate le competenze proprie della Provincia in merito alle autorizzazioni legate alle emissioni in atmosfera di cui alla LR 24/06 art. 19 e agli scarichi industriali di cui al D.lgs 152/06 art. 124 e che in virtù di tale competenza l’Ente sarà chiamato a esprimere i propri pareri in merito al VIA e alla AIA del nuovo progetto proposto da A2A per la Centrale Termoelettrica di Monfalcone, con delibera di Giunta n. 234 dd. 19/12/2012, la Provincia di Gorizia ha espresso la sua volontà di porre in essere una Commissione tecnico-scientifica con esperti del settore al fine di approfondire tematiche relative al piano di riconversione dell’impresa A2A di Monfalcone e, in tale contesto, ha istituito una segreteria tecnica affidata al Ceta con il compito di organizzare gli incontri del gruppo medesimo e di fornire allo stesso tutti i supporti burocratico-amministrativi di cui possa necessitare.
Ribadito altresì che, con Delibera  Consigliare n. 51 dd. 21-12-2010, la Provincia di Gorizia ha adottato il Programma provinciale di attuazione del piano regionale di gestione dei rifiuti urbani che prevede tra i suoi indirizzi programmatici il veto al trasporto e combustione di cdr in centrali termoelettriche e che tale netta contrarietà è da intendersi estesa  a tutte le forme di combustione e co-combustione ottenuta da trattamento di rifiuti urbani, come il CSS o assimilati, in data 12 giugno 2013 con delibera di Giunta n. 74 sono stati nominati i componenti della Commissione tecnico scientifica per uno studio di riconversione  della centrale termoelettrica della Società A2A S.p.A. di Monfalcone.
Le funzioni della Commissione sono quelle di valutare la proposta di A2A presentando eventuali scenari alternativi o migliorativi, con particolare attenzione allo sviluppo delle fonti rinnovabili o alla ricerca correlata; coadiuvare la Provincia nell’espressione dei pareri in merito che l’Ente sarà tenuto a rilasciare.
I componenti della Commissione sono: Giorgio Einaudi, professore di fisica, Senior Advisor per il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del mare; Massimo Scalia, fondatore di Lega Ambiente; Stephen Taylor, Direttore del Servizio Trasferimento Tecnologico dell’Area Science Park di Trieste; Marko Starman, già sottosegretario di Stato della Repubblica di Slovenia presso il Ministero dell’Ambiente.

Premessa numero due:  zero emissioni di carbonio
Si prende atto che il 15-12-2011 la Commissione  europea ha adottato la comunicazione “Energy Roadmap 2050”, con la quale l’Unione europea si impegna a raggiungere l’obiettivo di ridurre dell’80% le emissioni entro il 2050 con la produzione energetica in Europa che dovrà essere praticamente a zero emissioni di carbonio e che ogni intervento energetico dovrà muoversi in questo senso, essendo evidente, come ha affermato il commissario responsabile per la politica energetica Günther Oettinger, che solo con un nuovo modello energetico potremo rendere il nostro sistema sicuro, competitivo e sostenibile sul lungo termine. Conseguentemente si deve chiedere alla Regione di dotarsi di una politica industriale per la qualificazione del sistema produttivo regionale verso la green economy mettendo a punto un piano strategico straordinario finalizzato al consolidamento dei vari settori chiave di sviluppo; si deve chiedere di vincolare il riassetto della Centrale di Monfalcone ad una SER (Strategia Energetica Regionale) che abbia come primo obiettivo quello di soddisfare la domanda di energia elettrica entro il 2050 con le energie rinnovabili come sta avvenendo in Germania e di creare nuove condizioni di attrattività nel rispetto dell’ambiente e di definire modalità e tempi del finanziamento a sostegno. Il richiamo al quadro di riferimento programmatico nazionale e regionale è ovviamente doveroso e da rivendicare con forza, assieme al piano industriale di A2A per capire quali scelte anche territoriali oltre che di utilizzo degli impianti l’azienda sta compiendo (nonché quanto importa di energia da impianti esteri più convenienti).

Premessa numero tre: lo “svelamento” del progetto di A2A e  le esternazioni dei politici monfalconesi  nei mesi di luglio ed agosto 2013. Lo storico esautoramento delle Assemblee elettive democratiche (Consigli provinciale e comunali) da parte di una classe politica dirigente locale tendenzialmente subalterna ai potentati economici localmente insediati (Grande Fabbrica *  e Grande Centrale). E’  il quotidiano locale che (egregiamente dal suo punto di vista) svolge il ruolo di agorà politica-istituzionale sotto il profilo della proposta e del confronto politico-programmatico: emblematico quanto sta succedendo dal mese di luglio ad ora
16 luglio Il quotidiano il Piccolo riporta la notizia che venerdì 20 luglio A2A avrebbe svelato gli ultimi dettagli del progetto sulla centrale termoelettrica di Monfalcone alla vigilia della presentazione “ufficiale” dello stesso ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. Lo “svelamento” quindi avviene in un Convegno organizzato da Associazioni private con il concorso di esponenti politico-istituzionali locali in luogo delle Assemblee pubbliche elettive che in teoria dovrebbero avere in capo la potestà decisionale e che oramai da anni invece, anche per la corresponsabilità di chi ne fa parte, non contano più nulla come anche questo caso paradigmatico lo dimostra. La controprova inconfutabile è il perdurante silenzio assordante del Consiglio provinciale di Gorizia sul tema, silenzio che dura praticamente da sempre!
20 luglio/Presidente Gherghetta e gli scienziati    La novità principale dello svelamento, dopo  la scontata riproposizione del carbone cosiddetto pulito, è il rilancio da parte di A2A del piano per bruciare rifiuti: prima saranno raffinati per diventare combustibili. Dalla platea si elevano prevalentemente voci di dissenso ed il Presidente della Provincia dichiara di mettere a disposizione gli scienziati raggruppati nel Tavolo tecnico istituito dalla Provincia per studiare assieme una soluzione condivisibile.
23 luglio/Sindaco Altran e Consiglieri Di Ilio e Saullo Sempre sulla pagina del quotidiano locale, che egregiamente svolge il suo ruolo supplendo all’assenza delle Assemblee elettive oramai ridotte a fantasmi istituzionali senza alcun ruolo né credibilità né peso politico, il Sindaco di Monfalcone risponde ad A2A: Non accetteremo rifiuti nella Centrale e chiarisce ancora: nel sito niente camion di immondizie però afferma di voler attendere la presentazione del piano al Ministero. Sulla stessa pagina, esternano due Consiglieri di maggioranza, Elisa Di Ilio e Alessandro Saullo: il Consiglio comunale ha discusso delle criticità connesse alla situazione attuale della Centrale, dandosi l’obiettivo di lavorare per scongiurare l’ipotesi di riconversione a carbone e l’eventuale utilizzo di rifiuti miscelati al carbone, promuovendo nel contempo l’adozione di fonti alternative alle fonti fossili.
24 luglio/Moretti  Sulla pagina del quotidiano locale il neoconsigliere regionale Diego Moretti del PD chiede un referedum sulla presenza della Centrale; afferma testualmente: la città ed il territorio non possono essere esclusi da un percorso partecipativo che deve investire tutti i paesi limitrofi (cioè i Comuni di Città Mandamento e Grado, tutti investiti dalla presenza della Centrale). Quindi il Consigliere, ribadendo che il carbone a Monfalcone e nel Territorio ha fatto il suo tempo, ipotizza un referedum consultivo per il Monfalconese e Grado sulla presenza o meno della centrale o su una nuova.
29 luglio/Greco e Frisenna: si evoca l’allineamento dei Pianeti)  Il Segretario provinciale del PD e Vicesindaco di Monfalcone, Greco, sulla pagina del Piccolo, chiede che si torni alla metanizzazione e precisa che il carbone pulito non esiste, esiste solo un carbone ad impatto molto più basso del passato e lancia un monito ad A2A: mantenga un atteggiamento costruttivo e non avanzi idee strane come quella di bruciare rifiuti. Rincara la dose il Segretario comunale del PD e Consigliere comunale Frisenna il quale afferma che Comune, Provincia, Regione, forti degli accordi sottoscritti devono andare assieme a Roma (intende dai Ministri che decideranno: ovvero Zanonato per le Attività produttive ed Orlando per l’Ambiente) e tornare con un progetto chiaro, vincolante per la centrale e vantaggioso per la nostra città. Il quotidiano commenta in modo appropriato: Il Segretario del Pd monfalconese interviene senza mezzi termini sul delicato e controverso problema della riconversione della Centrale A2A inviando agli Enti una chiara sollecitazione ad agire affinché si eliminino tecnologie ad elevato impatto ambientale e precisa, riferendosi al protocollo del 2004, che i protocolli firmati da Comune, Province e Regione hanno definito una chiara cornice entro la quale può svilupparsi la centrale: superamento delle attuali tecnologie a favore di soluzioni a basso impatto ambientale. Il Segretario, non nomina esplicitamente il carbone ma il riferimento del passaggio citato è inconfutabilmente dedicato al carbone. Precisa inoltre in modo incontestabile che Comune, Provincia, Regione e Governo sono guidati dalla stessa cultura politica e sensibilità ambientale (allude al processo definito dallo scrivente dell’allineamento dei Pianeti). Giustamente infine afferma che non si può attendere che si faccia uno studio epidemiologico i cui risultati richiedono tempi lunghi, forse anni, per essere attendibili.
30 luglio/Moretti due Sulla pagina del quotidiano il neoconsigliere regionale Diego Moretti ritiene che la presa di posizione del vicesindaco e segretario provinciale del Pd a favore della riconversione a metano della centrale A2A, oltre a quella del segretario monfalconese del Pd di netto no all’incenerimento dei rifiuti, rappresentano una forte novità…rispetto al silenzio assordante dell’amministrazione comunale monfalconese e ripropone un referendum di tutto il Basso Isontino contro il carbone. Ed esorta  il Comune di Monfalcone: dica cosa vuole con atti ufficiali…le posizioni del vicesindaco fanno ben sperare che si vada verso un deciso NO al carbone. 
13 agosto/Moretti tre Sulla pagina del quotidiano, vero spazio dove sa fa politica in luogo delle esautorate Assemblee elettive (addomesticate dai piccoli leaders politici locali), si scrive che il neoconsigliere regionale Moretti si è incontrato con i responsabili dell’Associazione Comitato rione Enel  per un confronto su quanto si prospetta per il futuro della centrale A2A di Monfalcone.  Stigmatizzando duramente la riproposizione del carbone da parte di A2A, Moretti ribadisce la necessità di ricorrere ad una consultazione referendaria quando saranno noti definitivamente i progetti di A2A. Il Consigliere regionale infine ribadisce che la consultazione dovrà venire estesa all’intero territorio mandamentale perché l’impatto della centrale ha ricadute in termini ambientali e di salute che vanno ben oltre i confini amministrativi di Monfalcone. Detto di passata: ora ci si attende anche dal Consigliere regionale Moretti una ben più ficcante azione in Regione, Istituzione di gran lunga ben più pesante del Comune di Monfalcone e della Provincia di Gorizia (quest’ultima sotto tiro ed in odor di epurazione).
Tutto quanto sopra citato in modo indiretto dimostra un dato inconfutabile, ovvero il drammatico esautoramento delle Assemblee elettive democratiche (Consigli provinciale e comunali) per mano di una mediocre classe politica dirigente locale storicamente subalterna ai potentati economici localmente insediati (Grande Fabbrica *  e Grande Centrale): è  il quotidiano locale che (egregiamente dal suo punto di vista) svolge il ruolo di agorà politico-istituzionale sotto il profilo della proposta e del confronto politico-programmatico! 
15 agosto/Sindaco Altran Incontrando una rappresentanza del Comitato No Carbone, di Legambiente e di Wwf per illustrare il lavoro del Tavolo tecnico e annunciando che sul sito istituzionale del Comune di Monfalcone è stata pubblicata la sezione dedicata ai verbali delle varie sedute dello stesso Tavolo tecnico, il Sindaco Altran ha garantito che si continuerà sulla strada del massimo coinvolgimento con gli altri Comuni del Mandamento e che si insisterà con la Regione perché anche la riconversione della centrale sia inquadrata in un prossimo Piano energetico regionale che quindi è quanto mai urgente.
20 agosto/rinvio del piano carbone Sul quotidiano si legge che slittano i tempi per la presentazione al Ministero dello Sviluppo economico e dell’Ambiente del nuovo progetto a carbone che, secondo l’ultima indicazione fornita da A2A, sarà depositato entro la fine dell’anno. A2A tuttavia ribadisce che il progetto non cambia e che le procedure andranno avanti come reso noto in più occasioni. Si legge anche che l’azienda ha ribadito comunque una valutazione e un approccio globale a questo importante intervento, assicurando la contestuale attenzione nel ridurre al massimo gli impatti sul territorio. Ergo: se gli impatti si devono ridurre al massimo, è implicito ed evidente che gli stessi sono cospicui…Ipse dixit!
Nel frattempo si legge che in seno al Consiglio comunale di San Canzian, il Consigliere Candido ha presentato un Ordine del giorno affinché il Consiglio si esprima nelle sedi competenti contro ogni ipotesi di utilizzo del carbone anche quello pulito che non esiste all’interno della centrale. A sua volta il Gruppo Centrosinistra afferma tramite la Capogruppo Businelli  che, premesso che il futuro della centrale non può prescindere dalla richiesta di vincolare il suo riassetto a una Strategia energetica regionale, si ritiene che la riconversione a carbone della centrale non sia auspicabile per gli effetti dannosi sul clima e sulla salute delle persone. Infine afferma, a ragion veduta, che a fronte di un inquinamento che non ha confini l’organizzazione Città Mandamento avrebbe dovuto affrontare il tema in modo più incisivo; auspica quindi che ci sia un maggior coinvolgimento e una visione unitaria di tutti glì Enti locali della Bisiacaria che potrebbe dare maggiore forza alle posizioni comunemente individuate…un territorio così piccolo – conclude – necessiterebbe di una visione e di una gestione unitaria sui grandi temi.
21 agosto/Ritossa Asserisce che non serve essere un ingegnere chimico per comprendere ciò che viene immesso in atmosfera dalla centrale e cosa si possa trovare nelle ceneri a seguito della combustione. Ricorda che nella centrale “furono bruciate pure le farine animali su autorizzazione della Provincia, presidenza Brandolin”. Il consigliere quindi aggiunge: “oggi A2A non se la passa troppo bene finaziariamente per cui è da presumere che gli investimenti sull’impianto di Monfalcone, pur necessari, saranno lasciati a tempi migliori”. Ribadisce quindi che se l’industria fa bene a cercare il profitto, sono però le Istituzioni pubbliche a dover porre adeguati paletti. “Il territorio però- osserva – ha accettato compensazioni economiche. I Sindaci inoltre sono responsabili della salute pubblica e rischiano l’omissione di atti d’ufficio per non aver fatto quanto in loro potere per salvaguardare l’incolumità dei cittadini, quantomeno in attuazione del principio di precauzione”. E conclude: “dopo decenni di funzionamento della centrale, si ammette che la rete di monitoraggio dell’impianto deve passare all’Arpa che garantirà la pubblicazione dei dati che si misureranno anche le Pm 2,5, ammettendo incidentalmente che ad oggi si è fatto ben poco”. Stessa cosa si può aggiungere per il fantomatico studio epidemiologico che si dovrebbe fare: si rinvia al mio breve trattato sulla riconversione della centrale, precisamente alla seconda parte in cui si riassume la letteratura scientifica relativa alla realtà ligure.
23 agosto/Sindaco Altran  Commentando il rinvio del Piano di A2A, il Sindaco Altran afferma che “l’Amministrazione comunale ha più volte ribadito la propria avversione all’ipotesi del ricorso al carbone e ha già annunciato di volersi dotare di un gruppo di lavoro atto ad esaminare tutta la documentazione che A2A intendesse presentare”. “E lo faremo – annuncia – come peraltro comunicato nel recente incontro con il Comitato No carbone, col Wwf e con Legambiente, dotandoci di un pool di esperti che ci possa supportare nell’analisi dei dati, in modo da poter giudicare, nel più corretto dei modi, quali saranno le soluzioni che meglio tutelano la cittadinanza”. Sarà quindi quanto mai opportuna l’instaurazione di una stretta collaborazione tra la Commissione Tecnico scientifica di cui si parla nella prima premessa ed il Pool di esperti di cui il Comune di Monfalcone, secondo quanto affermato sulla stampa dal Sindaco Altran, intende avvalersi. Va infatti ribadito che A2A, nel confermare lo slittamento dei tempi per il suo Piano carbone, ha spiegato che ciò è dovuto al fatto che, dallo stesso Ministero, sono state chieste ulteriori integrazioni tali da prevedere tempi aggiuntivi. “Il nostro progetto – ribadisce A2A – non cambia, le procedure andranno avanti come reso noto in più occasioni”.
25 agosto/ Moretti/quattro Commentando l’intervento del Sindaco, il Consigliere regionale Moretti afferma: “Non posso che esprimere soddisfazione per quanto dichiarato dal Sindaco Altran in merito alla contrarietà del Comune di Monfalcone al ricorso al carbone da parte di A2A: è un pronunciamento importante che mai il primo cittadino aveva espresso in maniera così chiara”. Ed infine un suggerimento istituzionale: “in uno dei prossimi Consigli comunali il Sindaco Altran e la sua maggioranza si facciano promotori di un atto amministrativo, sia esso un ordine del giorno o una mozione, che traduca quanto dichiarato dal primo cittadino alla stampa contro l’impiego del carbone nella centrale A2A e lo facciano votare dall’assise comunale. Sarebbe un bel segnale nei confronti della cittadinanza monfalconese e di quella mandamentale”.
1 settembre/Rione Enel Dopo aver precisato di aver accolto con favore la recente dichiarazione del Sindaco che ha espresso chiaramente il suo no al progetto, l’Associazione esprime forte preoccupazione sulla strategia prospettata dall’azienda. Non riguarda solo il piano legato al nuovo impianto a carbone, chiama in causa anche il destino degli attuali gruppi 1 e 2 nonché lo stato di quei quattro serbatoi della centrale ancora a cielo aperto (il tutto risalente agli anni 65-70. Insomma non si crede che una volta realizzato il nuovo impianto a carbone, operativo comunque non prima del 2020, gli attuali gruppi 1 e 2 verranno dismessi e smantellati. E si precisa: l’azienda ha presentato al ministero dell’Ambiente l’istanza per ottenere l’autorizzazione a procedere con la realizzazione del ‘denox’, previsto nell’Aia dell’impianto. Ci si chiede: questo significa aver richiesto il rinnovo dell’Aia per altri 15-20 anni e questa richiesta riguarda il solo nuovo gruppo a carbone oppure invece comprende anche quelli attuali, per un totale di circa 670 MW. In sostanza si ritiene che, se l’azienda continua ad investire sugli attuali gruppi a carbone, tali gruppi non verranno dismessi.
6 settembre/Rione Enel, Assessore Pin Arrivano in Comune dal Ministero dell’Ambiente gli atti in relazione alla Valutazione di impatto ambientale inerenti il completamento della procedura di ambientalizzazione per i gruppi 1 e 2 a carbone della centrale termoelettrica. L’iter è legato alla realizzazione del “denox”, impianto di denitrificazione che abbatte sensibilmente le emissioni di ossido di azoto nell’aria. E’ una procedura obbligatoria – si legge sulla stampa quotidiana (Il Piccolo, cronaca di Monfalcone 6/9/13) – per poter continuare a mantenere attivi gli attuali gruppi a carbone. L’Associazione Rione Enel constata con preoccupazione  l’arrivo degli atti dal Ministero giunti in Comune in tempi record. A sua volta l’Assessore comunale all’ambinte Pin  esprime contrarietà di fronte ad una tempistica autorizzatoria così rapida: la normativa regionale infatti impone solo 30 giorni per valutare l’imponente documentazione….E’ necessario poter avere a disposizione tempi e modalità adeguate, commisurate all’entità del progetto che viene presentato. Il Presidente dell’Associazione Rione Enel Bernardel osserva acutamente: secondo quanto ci consta, per procedure di questo genere, la normativa prevede un tetto in relazione alla potenza installata, al di sotto della quale l’iter autorizzatorio viene affidato alla Regione, mentre al di sopra al Ministero dell’Ambiente. Ci chiediamo pertanto come mai la richiesta di A2A sia approdata a Roma: quale potenza ha dichiarato l’azienda? Il timore è di due ordini: da una parte il fatto che, con la procedura del denox, l’azienda voglia comunque andare avanti con gli attuali gruppi a carbone, quantomeno fino al 2025. Dall’altra la reale potenza dichiarata proprio da A2A che, se fosse superiore a quella dei due gruppi 1 e 2, fa presupporre l’intenzione di mantenere contestualmente attivi sia gli attuali gruppi, sia il nuovo impianto tutto carbone preannunciato più volte da A2A. Infine si legge che il combattivo rione Enel intende chiedere un incontro con il Presidente  della Giunta regionale Debora Serracchiani: Nel suo programma elettorale, la Presidente Serracchiani aveva indicato chiaramente la contrarietà al carbone, dicendosi favorevole invece al gas. Vorremmo avere conferme dirette.
Luglio 2013/Legambiente Merita per concludere citare  la meditata, seria e reiterata  posizione di Lega Ambiente che, riferendosi all’incontro all’Europalace, ribadisce che il carbone è una scelta sbagliata che il territorio non potrà mai accettare. Ed afferma che dal Tavolo istituito dalla Provincia ci si attende un sostegno alle ipotesi di riconversione alternative al carbone. 
luglio 2013/Lega Italiana per la lotta contro i tumori (Lilt): da Monfalcone a Fianona, una storia di carbone La lettera ai soci del mese di luglio, a cura della Sezione provinciale di Gorizia, della LITL (Lega Italiana per la lotta contro i tumori) è significativamente intitolata Da Monfalcone a Fianona sempre più carbone a Nordest. Si ricorda che il 24 giugno 2013 è stata celebrata la notte bianca della prevenzione a Ronchi nel corso di un incontro promosso dall’Associazione Città Comune e dalla stessa LITL sul problema dell’inquinamento derivante dalla centrale elettrica di Monfalcone che, si ricorda, è attiva da quasi cinquanta anni. In tale lungo periodo gli abitanti del Rione Enel, riunitisi in un Comitato sono stati instancabili nel denunciare i notevoli disagi derivanti dall’esistenza dell’impianto. Va riconosciuto, si legge, il merito di tale Comitato alla guida del quale si sono succedute più generazioni di cittadini. Gli abitanti del rione Enel non hanno avuto bisgogno di usare una strumentazione sofisticata per rilevare gli effetti negativi della presenza della centrale, bensì hanno potuto constarli servendosi solamente dei loro sensi (vista, udito, olfatto). Sfortunatamente il grado di sensibilità nei riguardi dei problemi derivanti dalla centrale termoelettrica – si prosegue – subisce una drastica riduzione man mano che ci si allontana dal sito della centrale stessa. La grande sensibilità degli abitanti del rione Enel diventa una ipoestesia appena ci si allontana dalla zona in questione e anestesia assoluta a distanze di poco maggiori. Gli abitanti degli altri quartieri di Monfalcone si ritengono probabilmente del tutto indenni riguardo agli effetti della centrale. Ancora più sicuri si sentono i residenti dei Comuni limitrofi. Tale convinzione è contraddetta dagli studi scientifici, nei quali si dimostra che l’inquinamento prodotto da una centrale a carbone si estende a grandi distanze per un raggio dell’ordine di circa cinquanta chilometri. Gli inquinanti prodotti comprendono ossidi di zolfo e di azoto, idrocarburi, diossine, metalli pesanti, particelle sottili ecc. Quindi si afferma: se prendiamo un compasso e puntandolo su Monfalcone tracciamo un cerchio con un raggio di cinquanta chilometri, il cerchio giunge ad ovest fin quasi a Portogruaro, a nord a Tarcento, ad est a Postumia a a sud a Cittanova. Un’area ben vasta può essere quindi interessata dall’inquinamento prodotto dalla centrale di Monfalcone…Per i frequentatori delle spiagge di Grado e di Lignano può suscitare una certa apprensione il vedere che spesso il pennacchio uscente dalla ciminiera della centrale si dirige in quella direzione. Quindi si asserisce che la prospettiva di continuare l’alimentazione a carbone ed anzi di potenziarne l’uso poggia su un elemento fondamentale e cioè sul basso costo di questo materiale. Si ricorda che in un recente studio sull’incidenza di tumori nelle aree italiane altamente inquinate (presentato dall’Associazione italiana Registri Tumori a Bolzano nei giorni 20-22 marzo 2013) è stato messo in evidenza un aumento di tumori in tali aree del 9% nel sesso maschile e del 7% nel sesso femminile. In tale studio sono incluse anche aree comprese nella nostra Regione e precisamente Trieste e la laguna di Grado-Marano: quando si parla di minor costo del carbone quindi bisogna anche por mente all’enorme costo prodotto dalla riduzione della vita e dalle malattie derivanti dall’inquinamento. E si conclude con un parallelismo adriatico. La storia della centrale di Monfalcone –si afferma – trova qualche parallelismo con quella della centrale a carbone di Fianona in Istria. Per tale centrale attiva da circa quarant’anni è in discussione un ulteriore allargamento. Se puntiamo il compasso sulla località di Fianona e tracciamo un cerchio con un raggio corrispondente a circa cinquanta chilometri, veniamo parzialmente a sovrapporci al cerchio tracciato a partire da Monfalcone. Quindi le due centrali possono concorrere a coprire con il loro inquinamento da carbone un’area abbastanza vasta. 

I doveri del Consiglio  Il Tavolo, o Commissione che dir si voglia, attende un indirizzo politico di alta programmazione che  solo il Consiglio provinciale può e deve  dare ai sensi del citato comma 1 del  D.lgs 267/2000, art. 42. Dopo queste ampie premesse e nel contesto dei due saggi politologici e scientifici che si allegano, questo è il dispositivo deliberativo sintetico e fondamentale che viene proposto




NOTA 
* Ricordo a tal riguardo le analisi condotte dallo scrivente nel suo volume del 2006 La Città, il Territorio, la Grande Fabbrica. Il caso Monfalcone. La pratica della ‘responsabilità sociale d’impresa’ come cardine di un equilibrato assetto territoriale. Viene posta con molta forza la necessità di rendere socialmente responsabili le maggiori Aziende storicamente presenti sul Territorio (anzi in Città, nella Piccola Città, come intitolò il suo volume fondamentale del 1997 – La Grande Fabbrica la Piccola Città – il pubblicista e saggista monfalconese Paolo Fragiacomo); il riferimento diretto del mio volume (cui seguì un altro nel 2010 intitolato Il ‘caso’ Monfalcone. Ruoli e responsabilità nelle politiche per la sicurezza urbana, la legalità ed il decoro civico) è ovviamente la Fincantieri, ma la metodologia va estesa alle altre realtà, in primis la Centrale termoelettrica. Si coglie infine l’occasione della presente nota per ricordare che il dott. Paolo Fragiacomo nel frattempo ha pubblicato una seconda fondamentale opera che dovrebbe essere letta da tutti coloro che fanno politica nell’Isontino, cioè L’industria come continuazione della politica. La Cantieristica italiana 1861-2011 (Angeli/Storia 2012). L’autore, redigendo gentilmente di suo pugno una  dedica sul volume che mi consegnò (dato che tra noi due c’è un costante interscambio di studi) nel novembre scorso, scrisse: per noi Monfalconesi il Cantiere è un destino. Anche la Centrale termica ha impresso la sua impronta genetica nel Dna della Città più tartassata del Friuli Venezia Giulia. E’ ora di iniziare a porre rimedio preparando così il terreno per una nuova classe politica dirigente che non abbia la mente condizionata dalla subcultura economica delle Partecipazioni Statali.













Il dispositivo deliberativo: Monfalcone coal free

Per tutto quanto premesso, il Consiglio provinciale in quanto portavoce delle istanze di importanti entità politiche, produttive ed associative (collocate prevalentemente nella Città di Monfalcone, già definita martire dell’amianto ma anche occupata da un impianto energetico insediato da mezzo secolo dentro il Rione orientale della Città stessa), in quanto competente nel coordinamento delle politiche di Area vasta e delle politiche ambientali, manifesta la sua contrarietà rispetto agli insediamenti energetici che presentano alti fattori di rischio per l’ecosistema ambientale e per la salute della popolazione già messa duramente a repentaglio durante tutta la vicenda politico economica/energetica del Novecento (e oltre). Il Consiglio provinciale esprime perciò l’esigenza che non ci siano più insediamenti che comportino rischi per  una popolazione che ha già dato fin troppo per l’interesse generale della Regione e della Nazione. Il Consiglio provinciale auspica vivamente l’attuazione di una collaborazione tra la Commissione Tecnico-scientifica promossa dalla Provincia ed il Pool di esperti di cui il Comune di Monfalcone (secondo quanto affermato sulla stampa dal Sindaco di Monfalcone), intende avvalersi. 
Conseguentemente, il Consiglio provinciale esprime  il seguente indirizzo politico di fondo (ai sensi del comma 1, art. 42 del D.lgs. 276/2000 – Tuel): Nell’ambito della riconversione della Centrale Termoelettrica di Monfalcone si esclude pregiudizialmente la combustione del carbone e dei rifiuti.
FABIO DEL BELLO
Consigliere provinciale PD
Presidente della Commissione
 Attività Tecniche e Logistica



Monfalcone, settembre 2013

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